lunedì 5 ottobre 2009

Leggo su repubblica di oggi un articolo sulle mode verdi degli americani, e su "nuove direttive", che sfatano alcuni miti del consumo verde. Leggo il punto 3 del decalogo: Comprare un auto a basse emissioni è un buon affare solo al di sopra di un certo chilometraggio. Mezzi pubblici e bicicletta restano molto più verdi, e meno cari. Sono tentao di sentirmi riincoraggiato (non mi viene una parola migliore!), perchè penso che questi consigli rompono la retorica dell'auto verde come soluzione dei problemi. Nel libro Dopo l'automobile di Colin Ward Franco La Cecla, nella prefazione, scriveva che e automobili andrebbero limitate (l'utilizzo privato, la loro circolazione e quindi il loro acquisto), quindi penso che Ward e La Cecla erano ancora più radicali di questo decalogo americano antiretorico. E lo erano trent'anni fa, come Ivan illich e altri erano più radicali di questo decalogo già quarant'anni fa. Leggo di altri miti del consumo verde da sfatare, come quello di "spegnere sempre la luce quando si esce da una stanza", sbagliato se avete nuove lampadine compatte fluorescenti. I pannelli solari sul tetto di casa dipende dagli sgravi fiscali: è più efficace abbassare il termostato di un paio di gradi in inverno e indossare un maglione: mi piace questo controconsiglio, riporta alle abitudini antiche, il punto 7 sfata il mito della frutta e della verdura biologica, dice che non vale sempre la pena spendere di più per i prodotto biologici perchè alcuni tipi di verdura e frutta a bassa intensità di inquinanti non vale: cipolle, avocado, ananas, pomodori. Il punto 8 spiega che i doppi vetri non sempre sono efficaci per la dispersione di calore perchè spesso il calore si disperde dal tetto...I trasporti (punto 4): incidono all'11% delle emissioni, quindi non è garantito che se compro prodotti locali salvo la foresta! Per i rifiuti biodegradabili (punto 2): comprare prodotti biodegradabili per ridurre l'accumulo nelle discariche...meglio ridurre i consumi, perchè comunque il tempo di biodegradabilità è lungo! Che tipo di riflessioni mi vengono da fare? Tante, e poche al tempo stesso. Intanto mi viene da pensare al romanzo di Gioconda Belli, Waslala, in cui uno dei personaggi principali, il giornalista che viene dall'Inghilterra e che si innamora della donna che intraprende il viaggio verso Waslala, dice una cosa interessante il tipo, e cioè che l'Europa occidentale è ormai invasa dai vegetariani integralisti o cose così. A me una volta è capitato che una donna di 40 anni con formazione medio alta mi ha visto buttare un noccilo di oliva nel mare e mi ha detto che stavo inquinando! Questo atteggiamento allucinante, di un bigottismo laicoreligioso disarmante e agghiacciante, mi preoccupa forse più della ragazza di 30 anni con formazione medioalta che anni fa mi disse, guardando una macchia di umidità su un muro di una casa del mio paese, una macchia di umidità che molti adoravano come "il volto di padre Pio", ebbene, quella trentenne mi disse hce "quell'immagine ci chiama!", è diplomata, madre di un bambino e con una formazione media, a livello culturale. Ora, già Ivan illich parlava, anni fa, di perdita di autonomia e di creatività, di nsuove povertà, che si ingenerano quando la dipendenza dal mercato e dalle istituzioni e dagli strumenti teconologici upera un certo limite. In ultima analisi, a proposito di Ivan Illich, anche Jacques Ellul aveva detto cose simili a Illich (Illich considerava Ellul un maestro o qualcosa del genere), per certi versi, sia Ellul che Illich potrebbero sembrare morbidi, eppure è curioso che l'Opera Omnia di Ted Kaczinskj pubblicata in francese, nella quarta di copertina, diceva che Kaczinskj aveva letto e apprezzato sia Illich che Ellul. A., un francese che mi aveva visto quel libro, aveva liquidato Illich, Ellul e Kaczinskj come integralisti. Io voglio ascoltare A., mi sembra uno che ha studiato, che ragiona, si definisce un liberale, alla francese. Io credo che Illich, Ellul, e ancor più Kaczinsky, citato nel libro Genio criminale di Lucarelli (Mondadori), abbiano delle cose da dirci, forse sono integralisti, per certi versi, e anche criminali, nel caso di Kaczinskj, ma non per questo non abbiano da dire cose interessanti, spunti interessanti, certo, è più facile "dimenticarli", e andare avanti per la strada della religione del narcisismo biologicoequosolidale o verde....Un libro un pò retorico uscito in Francia un pò di anni fa, e incriminato anche quello, L'insurrection qui vient, riportava queste parole: "Chi dice che diventare autonomi non significhi imparare a occupare case sfitte, a rubare nei grandi magazzini, ad amarsi follemente, a battersi per la strada...?". E' un pò retorico, lo ammetto, ma mi sembra che sia molto meno retorico del decalogo antiretorico americano, di questi giorni..E soprattutto, non dovremmo dimenticare che l'illegalità spicciola (non pagare il biglietto del treno o rubare un libro) se prima era più diffusa e più tollerata, ma anche sperimentabile, oggi è sempre più criminalizzata in modo profondo, come scrive sempre Illich: la cosa che scandalizza non è che ci siano sempre più poveri e sempre meno ricchi, ma che la povertà non abbia più possibilità di esprimersi, come dimostra, fra gli altri, l'esempio di Marsiglia, città in cui, con la "scusa" della capitale della cultura 2013, sta diventando un laboratorio di repressione e schiacciamento della povertà di strada e di quartiere! Ci dobbiamo preparare a un futuro in cui l'irrazionalità e la falsa rivoluzione saranno imperanti e sempre più deliranti? Alleniamoci allora, riacquistaiamo un pò di autonomia, un pò per gioco, un pò per necessità, un pò per...non perdere tempo, chi può farlo, chi non può e non vuole, si limiti a dire "Io non ho le palle", "Non ho il coraggio", anzichè fare pompierismo gratuito e reprimente travestito da buonsenso fuori luogo!

Nessun commento: