sabato 22 gennaio 2011

per non dimenticare un contesto generale

ciao Antonio, Matilde e Liliana, Scrivo a tutti e tre perchè siete in un modo o nell'altro coinvolti nelle dinamiche "potenziali" della settimana di cultura italiana a Marsiglia. una cosa molto piccola ovviamente, perchè c'era una signora che aveva capito che questa settimana si svolgeva all'Istituto di Cultura Italiano a Marsiglia. Sebbene abbia contattato l'Istituto di cultura italiano di Marsiglia (ho parlato col direttore, con altri impiegati e gli ho portato le locandine ecc.), sappiamo bene che se non sei già conosciuto in Italia, col cazzo che ti fanno fare le cose e ti finanziano gli Istituti di cultura italiani all'estero. E anche questa è una banalità che sto dicendo. Perchè è troppo generica, non ho parlato con altri Istituti di Cultura italiani all'estero se non con due o tre in Francia e per via telefonica. E sono stati onesti o disponibili a proposte dal 2011 in poi. Anche quelli di Marsiglia, oltre a mettere bene in vista la locandina, hannod etto che verrannoa vedere e forse anche il direttore verrà e non si sa mai, ma vedremo nei prossimi giorni se verranno e qaunti e come. Intanto volevo dirvi grazie per la disponibilità potenziale, e anche per non essere venuti, e forse qui dovrei chiedervi scusa per il affto di non aver capito subito che era una cosa da fare con italiani che abitano a Marsiglia. Io però sono stato felice di vedere da parte vostra volontà e disponibilità immediata o quasi, nel caso di Liliana anche all'ultimo momento. Ci ho messo un pò a capire che il tipo che organizza è molto volenteroso ma anche precipitoso, e soprattutto "nuovo", nel senso che ha aperto questo café associatif da pochi mesi. Io sono arrivato a Marsiglia poche settimane dopo l'apertura. Mi si è presentata una giovane aitante e motivata, M., che lavorava per lui come curatrice di eventi culturali. Al tempo stesso in quei giorni in cui io parlavo con lui, il Governo francese approvava una legge che sospendeva il contratto AED, ma non sono sicuro si scriva così. E' il contratto in base al quale un 'associazione culturale francese può assumere una persona per sei mesi con uno stipendio di 800 o 600 euro al mese, il 70% del quale stanziato dallo Stato. Perchè parlo di questo? Forse c'entra poco forse tanto con quello che è successo a noi. Una mia amica mi ha detto, sempre in quel periodo, che era nella merda perchè stava preparando uno spettacolo e l'associazione l'avrebbe assunta per sei mesi e avrebbe avuto soldi e tempo epr preparare lo spettacolo. Ma a novembre hanno sospeso i contratti, e quindi lei e altri, come la ragazza della Mer Veilleuse, non hanno più avuto modo di essere assunti fino al rinnovo di questo contratto a data da definirsi. Allora ci ho riflettuto e ho pensato che molte volte, almeno io, tendo a non farci caso alle leggi che approvano o disapprovano ecc. MA i nessi con la nostra quotidianità ci dicono più di cafrte e volantini e telegiornali, e questo può essere un nesso, perchè la ragazza ha dovuto cercare un altro lavoro e il tipo ha dovuto condurre da solo la baracca, con le vacanze di natale in mezzo, questo senza nulla togliere alle sue e alle responsabilità di ognuno (alle mie per quanto mi concerne). Potrei parlare anche della legge LOPPSI II che hanno approvato recentemente in Francia per cacciare gli squatters e la gente che abita nelle yurte e ovviamente i Roms e tutti i senza fissa dimora o sans papiers che si costruiscono una casa alla bell'è meglio o che la occupano Anche qui ci vuole il nesso. Due anni fa quando arrivai a Marsiglia in bicicletta Julie i accolse e mi ospitò in una casa di amici in campagna, a Gardanne, trenta chilometrid a Marsiglia. lei non mi poteva ospitare perchè abitava col fidanzato in una yurta. Dopo un anno e mezzo ricevetti una mail in cui mi diceva che...stavano per essere cacciati dalla yurta. Era la legge LOPPSI II che stava per essere approvata. Ora io abito in uno squat e in base a quella legge se un vicino di casa avvisa la polizia, in base a questa nuova legge, entro 48 ore possiamo essere sgomberati, più nessi (o fessi?9 di così? Un abbraccio pimpante ma non troppo, Angelo

parallelismi e complementarità tra Berlusconi e don Gelmini

è interessante notare le affinità tra il linguaggio di Berlusconi e di don Gelmini, "volevano piegarci ma non ci sono riusciti", dice Berlusconi a gennaio del 2011 per difendersi delle accuse di induzione alla prostituzione di minori o Rubygate, don Pierino Gelmini, primi di agosto 2007, diceva piò o meno le stesse parole per difendersi e confondere l'opinione pubblica nel momento in cuie ra accusato di molestie sessuali nei confronti di ragazzi delle sue comunità...A parte la coincidenza delle accuse (molestie o abusi sessuali), e a parte la coincidenza tra le parole che potrbbe sembrare innocuaagli occhi di chi non sa che, per esempio, un ragazzo che era stato nella comunità di don Gelmini (quel ragazzo è un mio amico) una volta mi disse che Berlusconi andava a chieder eogni tanto consiglia don Gelmini per il tipo di linguaggio da usare nei discorsi e nelle occasioni pubbliche...Il mio amico forse scherzava, forse no, ma a chi non sa potremmo dire anche altre cose che riguardano i rapporti tra Berlusconi e don Gelmini, rapporti non solo politici, ma anche economici ovviamente (ricordiamo i doni di milioni di euro che Berlusconi ha fatto a don Gelmini anche in diretta televisiva), ma sarebbe interessante cogliere i nessi psicoantropologici fino ad arrivare a percepire una dimensione parallela tra don Gelmini (il suo metodo, la sua figura) e Berlusconi (i suoi metodi, le sue figure), e arrivare a concepire un doppio binario: don Gelmini "controlla le anime, le coscienze", con una tendenza a far diventare il mondo un'immensa comunità per tossicodipendenti a cielo aperto, Berlusconi fa la stessa cosa ma a livello più..."visibile", anche se più potente a livello economico, infatti è un imprenditore, don Gelmini è un prete con un potere economico e politico smisurato pe r un prete ma anche per una persona laica forse, dietro la maschera delle comunità per tossicodipendenti, Berlusconi è più visibile, più sputtanato, paradossalmente, fanno un lavoro complementare, don Gelmini ha iniziato negli anni '60, Berlusconi pure, più o meno, o dopo anche perchè più giovane del primo, ma don Gelmini ha fatto il suo stesso percorso anche di frode e di accuse e di anni di carcere e poi per ripulirsi ha fondato le comunità, Berlusconi non è stato in carcere, anche perchè per evitare il carcere è "sceso in campo"....parallelismo e complementarismi meritevoli di opportune narrazioni...

lunedì 17 gennaio 2011

aspittati dumani, dumani, ogni jornu dumani

perchè non mi vuoi amare? saresti felice con meeeeeeee! perchè ti cerchi la felicità nella disperazione? tu ti circhi la disprazijoni, noooooooo....!!!!!

non è possibile? cosa ti manca, cosa non hai cos'è che insegui se già ce l'hai, se la tua strada finisse qui forse sarebbe meglio così, o pomì! o così o pomì! non ci credo che tu ti voglia fare così maleeeee, oppure....c'è qualcosa che non capisco, che non percepisco....io vorrei essere sicuro che tu non provi una beata minchia per me ma non ci riesco, non mi dai sicurezze!

Non mi interessa una minchia di stare con te, cioè mi interessa più capire perchè tu ti cerchi la disprazijoni che stare con te, è una condanna stare con te, cioè sarebbe una condanna stare con te, ma mi sembra così ineluttabile, io mi rimperei i coglioni a stare con te, ti odio, ma non potrei evitarlo, eppure vorrei evitarlo, e ce la sto facendo forse, comportandomi in un certo modo che a te sembra insistente, ma vorrei essere sicuro che tu...sei sicura, forse mi sbaglio, mi vorrei sbagliare, ma non ce la faccio, vabè, mi devo rassegnare, ma non mi rassegno, almeno per ora, vedremo domani, dumani dumani, cerca nel libro di Buttitta alla fine della poesia Nun mi lassari sulu, che finisce così, dumani dumani...aspittati dumani, dumani, ogni jornu, dumani...la poesia si chiama Si mori du voti, Si muore due volte, e chi non vuole non può trovare una minchia di dio di assonanza con la nostra storia...si muore due volte...ogni due anni?

venerdì 7 gennaio 2011

sembra che il nuovo anno abbia portato vento di rivolta nel mediterraneo....

In ALgeria e in Tunisia, il vento di rivolta non va via...

Sembra...sembra che...
che sembra?...C'é ombra...

A Parigi occupano un immoble vicino l'Eliseo, e non sono solo squatter di professione, ma studenti, lavoratori rimasti senza casa dopo uno sgombero di ottobre o novembre, in Tunisia la giornalista di Le monde non puo' entrare per documentare les emoutes, le sommosse iniziate tra la fine del 2010 e l'inizio del 2011, per il tentativo di suicidio di un giovane al quale i poliziotti avevano sequestrato la merce che vendeva per strada, sembra che lui sia laureato e già "ripiegato" a fare lavori "di strada"...

A Roma e in generale in Italia studenti e non solo infiammano gli animi e qualche strada e qualche cassonetto...

Sembre, che sembra? c'é un ombra....Oggi qui, domani li...

giovedì 6 gennaio 2011

pomeriggi a marsiglia con sandali in algeria

Cominciamo da qui: da un pomeriggio non bello ma neanche freddo, cioé il tempo era da un solo paio di pantaloni mezzo tempo, anche se io stamattina ero uscito e col pantalone unico pigliava aria e quindi sono rientrato e ho messo il doppio pantalone modello tuta nera da scena teatrale infatti ne avevo comparto due paia a Collegno al mercato del mercato del mercoledi' un po di mesi fa. A questo proposito volevo ringraziare Andrea S. caro amico anzi carissimo che a luglio dell'annos corso mi aveva regalato is uoi sandali da montagna, lo so che vi pare strano ma esistono i sandali di montagna, quelli con le ruote, o meglio, con i tacchi rialzati di gomma dura ca ci po varcari li muntagni, apputno, grazie Andrea se non avessi te sarei un uomo inutile e via citando quella cantante tipo Loredana Berté ma corregetemi perché sbaglio!

Allora oggi, dicevamo...

Pomeriggio da due pantaloni leggeri a Marsiglia. Volevo sottolineare che i sandali di Andrea mi hanno sostenuto in tutto il periodo algerino e in Algeria, a parte l'aspetto climatico temperato e il mare, c'é la Kabylia che é un po' come Enna e le madonie messe insieme, e io sono stato proprio li, in Kabylia, la maggior parte del tempo.

Ecco, ora mi rendo conto che raccontare pochi episodi del pomeriggio marsigliese era una scusa per racontare la Kabylia apartire dai sandali?

E come faccio adesso? continuo con la Kabylia o col pomeriggio marsigliese? sono stanco. Di scrivere, é tutta una fatica che non immaginate, si, é come un orgasmo scrivere, ma a quest'ora, dopo tutti questi passi pensieri che da oggi alle quattro del pomeriggio che sono per le strade di Marsiglia fino alle venti e trenta circa..

Riassumiamo: ci sono tre scene: una un paio di mesi fa davanti un supermercato di Marsiglia tra Notre dame du Mont e la plaine più o meno: un ragazzo chiede l'elemosina davanti il supermercato: escono due tipi, un sessantenne e uno più giovane. Il sessantenne dice subito al ragazzo che fa l'elemosina: "Ah no, c'est pas possible, tu est costaud, tu es plus jeune que moi, je suis a la retraite, tu peux aller travailler". Mi viene da ridere perché il tipo rompe uno schema francese: la politesse. E' più un tipo "milanese". E forse é più che milanese. Infatti si ferma a parlare col tipo, a scambiare quattro chiacchiere. Ieri ho raccontato questa scena a una mia amica di Lyon che abita a Marsiglia. E ha detto che é meglio di chi passa e non dice niente. Almeno c'é stato uno scambio. Anche un'altra sua maica diceva la stessa cosa. E anche io dicevo la stessa cosa.

Torniamo a oggi pomeriggio: poco dopo la mia uscita di casa alle 16h30 circa, mi aggiravo dalle parti del Cour Julien. Una delle anime storiche di Marsiglia. Oggi ricca di locali presque notturni e pomeridiani e comunque un bel posto, anche se rispetto a un po' di anni fa....Ma vediamo el immagini:

due poliziotti-pompieri (si definiscono pompieri ma habbillées come poliziotti) cercano di svegliare due tipi che dormono per terra sotto un muretto e vicino a una banchina. Uno dei due tipi é africano coi rasta. Dorme della bella e ogni tanto bestemmia a occhi chiusi per cacciare il poliziotto pompiere che cerca di svegliarlo per dirgli che non puo' dormire per terra al limite sulla banchina! Io chiedo delucidazione al pompiere lui mi risponde con la classica domanda di rimando: "Vous etez quoi?", "Un semplice citoyen", rispondo io. Dopo un po' mi allontano, é un'altra scena di vita di strada, comunque viva e vitalizzante, rispetto al silenzio e all'indifferenza. Tra le altre cose c'é un tipo che circola attorno ai poliziotti, forse amico dei due, e bestemmia con l'andatura barcollante. Il poliziotto gli dice ogni tanto di stare calmo. Scusate, il pompiere!

Terza scena e ultima del pomeriggio. Un'ora più tardi. Stessa spiaggia, cioé stessa piazza ma più verso Notre dame du mont. Due chitarristi di strada, tutti e due africani più a sud del deserto d'Algeria, canticchiano. Attorno al oro due tipi con una giacca a vento azzurra con scritto Mediation sociale. Uno dei due in giacca a vento é un loro conterraneo subsahariano, canticchiano insieme, poi i giaccaavventati se ne vanno sorridendo. Mi chiedo e e mi dico che solo in Francia, madre dell'assistenzialismo estremo, possono esistere tante figure assistenziali come quelle che ho visto nelle ultime ore. In più da qualche mese c'é la Police de la propreté, cioé la Polizia della pulizia. Mi avvicino per ascoltare gli accordi dei due chitarristi. Dopo un po si avvicna un poliziotto. Mi sembra strano che gli dica qualcosa. Stanno solo canticchiando. Magari li conosce e li vuole salutare, mi dico. Invece il poliziotto dice di smettere di suonare quasi toccando la chitarra, o comunque dice di cantare a bassa voce! Il chitarrista "toccato" reagisce, il poliziotto fa vedere la scritta "polizia" della sua divisa. Io chiedo al poliziotto come mai rompe i coglioni al chitarrista. Il poliziotto mi dice "Fa rumore, disturba", "Ma chi cazzo distruba?", chiedo io, alles ei del pomeriggio! In una piazza enorme. "Qualcuno che abita nelle case con le finestre sulla piazza si potrebbe disturbare"; Intanto arrivano altri poliziotti. Altri tre. Alla fine se ne vanno ma quello che aveva rotto i coglioni cerca di spiegare che dopo le sei del pomeriggio non va bene, il faut faire doucement. Io mi voglio morire. Dopo che i pulotti se ne vanno mi metto ad arpeggiare una delle due chitarre. Chiedo a uno dei due se é di Marsiglia. DIce di no e che é la prima volta che viene ed é arrivato poche ore fa. Poi mi dice che vive a Cannes e li verso la spiaggia cantano e suonano anche con le amplificazioni e non gli dicono niente. Poi loro due cominciano a canticchiare all'africana, cioé poche vocali e canto libero su accordi liberi. Dopo un po' dico che devo andare che ho un appuntamento. Mi dicono di continuare e loro cominciano a cantare sempre più forte ed é bello e sembriamo a San Francisco (perché cantano in inglese invantando sul momento). Alla fine canto anch'io e guardo in direzione dei poliziotti. Se tornano siamo nei guai? ma non tornano, sono lontani. Io dopo un po' me vado che ho un appuntamento. Buonanotte. Questo testo lo vorrei mettere anche sul mio blog sottotorchio.blogspot.com o cuntacunti.blogspot.com.

sabato 1 gennaio 2011

miseria che sa di arcano nel capodanno ad Algeri

non posso più sopportare questa miseria che sa di arcano. Questa nausea che mi accompagna, che mi bagna
questa miseria che dice tutto e non dice nulla
questa scomparsa di mare aperto
un vuoto dell'anima come il deserto?
e un pieno del cuore
un pieno opprimente, latente
un pieno non pienezza
un'assurdità vivente
una miseria sincopata
un colpo al cuore
di chi non muore

In questo niente al quale sopravviviamo
in questo niente che ci sopravvive
in questo niente fatto di cristallo e poesia
in questo niente che va via
di estremità e confidenze perse
emerse, riemerse

di questi silenzi precristiani
preumani?
di questi volti arcani