mercoledì 30 novembre 2011

benvenuti a Pisapialand o a Milano, la città di Padre Pio, ops, Pisapia!

scusate, ma l'associazione tra Pisapia e padre Pio è suggerita dalla tendenza a "iconizzare" o Santificare Pisapia da parte di certe librerie e centri culturali di cui c'è notizia nel post precedente. Ho parlato con una mia amica di Torino e mi ha detto che ciò rientra nella tendenza dei milanesi a fare le cose per moda, di tutto e di più, dal commercio equo e solidale allo straccetto bianco emergency, fino ad arrivare ai volantini con scritto Libreria Amica di Pisapia con certe possibili conseguenze pseudotalebane di cui si diceva nel post precedente.

Ma andiamo ai fatti. C'è un fatto interessante datato fine novembre, o forse 21 o 22 novembre, metropolitana di Gessate, un ragazzo senegalese senza permesso di soggiorno passa senza timbrare il biglietto, ho ha provato a timbrare e non ha funzionato la timbratura, non so bene, anche se ho visto le immagini sfocate in tv, il controllore da uno schiaffo al ragazzo che forse lo ha provocato (nel video non si vede nè si sente la provocazione ma si vede il ragazzo circondato da più persone, presumibilmente controlloir o personale ATM), il ragazzo risponde con un colpo di scatola che aveva dentro un sacchetto. il controllore va in ospedale per problemi cardiaci, che aveva già in precedenza. ALlora la questione esplode: dobbiamo aumentare i controlli! Di rivedere le politiche dei biglietti e del trasporto pubblico non se ne parla. Gli "amici di Pisapia" staranno dimenticando, come tanti altri, gli innumerevoli casi di agressione "silenziosa" dei controllori della 90 e 91 o dei TRAM di Milano dove si "deportavano" i sans tickets e sans papiers fino a un anno fa e forse ancora oggi (se ne parla meno, ma...)

Mobilità sostenibile

I provvedimenti per abbssare la quantità di pm10 a Milano giunto oltre i limiti valicabili ormai da tempo...si arenano! Basterebbe investire parte dei soldi dell'EXPO o delle spese peri danni climatici o per i controlli e sorveglianza e videocamere....prenderli e trasferirli nell'abbassamento dei biglietti, invece di aumentare il prezzo dei biglietti. Adesso il Comune di Milano e l'ATM, per salvare la faccia, sta proponendo abbonamenti gratuiti ai minori di 25 anni anche se sono lavoratori, dopo aver proposto "solo per chi non lavora" (cioè nessuno eprchè studiano quasi tutti o lavorano), ma sotto i 25 anni è difficiel trovare un milanese che lavori, e comunque se lavora non ha molti problemi per pagarsi il biglietto,s e già non ha un'automobile e se ne frega dei mezzi pubblici! E' la politica del marketing sostenibile, i problemi, in una società dall'adolescenza lunga, cominciano sopra i trent'anni, figuriamoci che ce ne fotte di aver l'abbonamento gratuito fino ai 25 anni!

Biblioteche in tilt!

Fortunatamente ho alsciato il mio computer a 1000 chilometri da dove abito! Se ne trovano a bizzeffe, ma se sei condannato al computer pubblico, ti può capitare quanto segue.

Due biblioteche di Milano

Biblio Lorenteggio, Via Odazio: metà fine novembre 2011: non c'è carta per stampare da un anno, o non funziona la stampante, comunque stesso risultato: non puoi stampare. E' una biblioteca di periferia. Ce ne fottiamo? sì e no, avevo visto Pisapia a maggio venire a fare il "rivoluzionario di passaggio" qui in via Odazio, aveva proemsso mari e monti. Ancora aspettiamo la carta per la biblioteca! e un computer più aggiornato perchè dei due presenti in bibliolorenteggio, uno non legge la chiavetta USB!

BiblioSicilia, più centrale, più borghese, siamo a due passi da Corso Vercellie Piazza Piemonte

I computere funzionano come quelli di Lorenteggio (uno è iper lento, dicono che sono problemi di server, un'altro non legge la chiavetta, gli altri due sono occupati!)

Il clima è di tensione, ma san Pisapia veglia su di noi! Dulcis in funso, il bagno della biblioSicilia non funziona da almeno due giorni. Qui sono alla biblioParco Sempione, per adesso tutto ok!

giovedì 27 ottobre 2011

come cambiano le cose a Milano con Pisapia...

oggi mi é venuta un'illuminazione su Milano Pisapia e le librerie (ma non solo librerie) "amiche" di Pisapia ma non di Amico treno non ti pago. Non faccio nomi di libreria e di non librerie perché non importa. DIco solo che R., ex educatore di un centro di aggr. giovanile dove ho lavorato come volontario e obiettore di coscienza, da due anni ha lasciato il lavoro di educatore e aperto una libreria. Lo vado a trovare in libreria quando sonoa Milano, ogni tanto compro un libro nella libreir "amica". Amica per me perché considero un lui amico. Da più di un anno parliamo della posibilità di presentare un monologo o uno spettacolo di canzoni nella sua libreria. Un anno fa gli do' una copia fotocopiata di Amico treno non ti pago, che é un monologo che da due anni porto in giro per l'Italia (lui lo sa) e anche una serie di diari che l'Editrice Eris sta pubblicando (novembre 2011 in libreria). R. é uno di quelli che ripone molta fiducia in Pisapia, e ha un volantino appeso alla bacheca della libreria con scritto Libreria amica di Pisapia o qualcosa del genere. A luglio del 2011 Pisapia stabilisce gli aumenti dei biglietti dell'ATM da 1 euro a 1,50. A settembre propongo a R. di presentare il libro in autunno quando uscirà. Lui mi dice che la prassi é che deve leggere il libro prima, che puo' prendere qualche copia in conto vendita, ma per la presentazione...deve prima leggerlo. Al che gli dico che proprio un anno prima; molto amichevolmente, gli avevo dato una copia in A4, al che quasi senza pensarci un attimo mi risponde "Ah, ho capito, non siamo interessati a presentarlo". Stessa cosa, con qualche sfumatura, avviene con un altro spazio dove ho fatto molti spettacoli negli ultimi due anni, anche Amico treno non ti pago il 16 marzo 2011, tanto che alcuni di loro mi dicono ( marzo, quando Pisapia non c'é ancora!) che quando uscirà il libro potremo presentarlo. E alcuni di loro (é una cooperativa e anche bar e trattoria) dicono che é interessante parlare di questi argomenti anche dopo l'aumento del prezzo dei biglietti da Milano ad Assago (febbraio 2011! Pisapia non c'é ancora). Anche loro hanno investito molto in Pisapia, un anno come oggi mi dicevano che fino a dicembre non facevano niente perché impegnati per le primarie per Pisapia. Dall'estate cominciamo a sentirci per fissare una data a settembre o ottobre, poi...a fine ottobre, dopo un po' di "risentiamoci" per fissare una data a novembre, la risposta: "Se ne parla a gennaio", eppure ci siamo sentiti un po' di volte e un po' di volte avro' anche detto che non abito sempre in Italia negli ultimi anni e già a marzo ero a Marsiglia ed ero venuto per una serie di spettacoli, ma gli ultimi dettagli son poco importanti, é interessante invece vedere come l'"amicizia" per una figura istituzionale, puo' generare divisioni e quasi inimicizie fra "amici", comunque, sono solo ipotesi, come canta Bobo Rondelli, A.

mercoledì 26 ottobre 2011

cette rumeur

questo rumore che sa di assalto e di confine
di fine
stagione concione balcone

martedì 18 ottobre 2011

pianu pianu

il vuoto che avanza nell'ombra del silenzio. e cchi ié? la morti? lamorti buttana ti piglia t'acchiana ti piglia la cinga bagascia siringa

domenica 4 settembre 2011

notizie e testimonianze preziose da Otranto

ricordate la negoziante che insulta l'artista di strada a Otranto il 1° settembre? in che modo lo insulta? lui fa un ritratto a una ragazza davanti al negozio della negoziante, il negozio si chiama l'Acchiatura, la ragazza gli da 5 euro anzichè le dieci che lui le chiede. La negoziante dice a lui che quel ritratto valeva si e no due euro! "Io ti avrei dato a mala pena due euro!". All'artista di strada viene in mente che quella donna è una aguzzina, infatti...pochi minuti fa arriva la conferma. Quell'artista di strada incontra un giovane uomo che fa il musicista ed è di un paese vicino Otranto. Anni fa faceva maschere di terracotta e le vendeva per strada. Guadagnava 500 euro ogni sera! Poi...parlando parlando, viene fuori che quella negoziante che aveva insultato il ritrattista di strada e che lui aveva pensato che lei doveva essere un'aguzzina....ecco, quella donna aveva voluto comprare al fabbricatore di maschere di terracotta alcune delle sue maschere....comprare? No, gli aveva detto dammene un pò e poi ti pago. Lui dopo due mesi gli aveva chiesto i soldi ma lei gli aveva detto "Non adesso, dopo", e poi,l ovviamente, lo aveva insultato. dicendogli "Siete tutti dei morti di fame!". Al che lui le aveva detto "Ridammi le mie cose", e lei gli aveva detto "Ormai le sto vendendo", e alla fine gli aveva detto metà dei soldi che lui aveva chiesto! Finita lì? No, col cazzo! Lei aveva dato le maschere a un artigiano e si era fatta fare le copie! Fortunatamente (a volte la SIAE serve?) il fabbricatore di maschere di terracotta era registrato alla SIAE ed è ricorso in Tribunale, la cosa si è arenata, cioè lei avrebbe dovuto pagare i danni a lui ma ha pagato solo le spese legali. Otranto non è tutta così, ma il cancro del mercimonio è in agguato dovunque attecchisce! Nel libro Fuoco greco di Bob Kolb, edizioni Bepress, c'è una scena in cui i "neri" sfondano e distruggono gli scaffali di un supermercato ad Atene, durante lo sciopereo generale del 5 maggio 2010. Il mio animo borghesuccio dei miei coglioni era rimasto un pò impressionato da questo gesto, pensando che "va bene l'esproprio proletario, ma perchè la distruzione fine a se stessa", però l'autore del libro diceva che il senso di quel gesto era nel fatto che i supermercati condannano all'alienzione e all'asservimento milioni di persone, sono complici di un sistema devastante, come non dargli ragione? Però tentennavo, ora, dopo aver visto queste scene a Otranto, una vogLia irrefrenabile di fare come Gesù nel Tempio o come i "neri" nei supermercati di Atene, andiamo fratelli, da Londra a Otranto, riprendiamoci le nostre vite e il piacere quasi orgasmico del fuoco greco!

p.s. che fine ha fatto il costruttore di maschere e le sue maschere? i vigili lo hanno cacciato dalla strada, forse anche perchè il fratello dell'aguzzina è un assessore?

tra Otranto e Londra ancora una volta

nel post precedente si parlava di un negoziante che aveva picchiato due venditori ambulanti a Otranto il 1° settembre, sul posto arrivano i carabinieri chiamati dalle urla della gente vicina, si saprà poi che uno dei ragazzi riporta due punti di sutura, si saprà anche che il picchiatore è un negoziante di Otranto recidivo, che l'anno prima ha aggredito tre "punkabbestia" che vendevano oggettini per strada, ma i tre punk gli avevano reso pan per focaccia, bastonandolo a loro volta, e lui aveva "combinato un bordello" sbattendo delle catene sulle vetrine dei negozi, insomma un furioso, l'anno prima ancora aveva colpito con una pedata il banchetto di una cinese che vendeva oggetti. Ora, a parte il pezzo di mmerda mafioso e furioso, ma questo è conosciuto e riconosciuto, gestisce un negozio che vende "murrina", non della catena La murrina, non credo, ma perchè questo silenzio? (assenso). L'indomani sul giornale non so se se ne è parlato. In ogni caso, la stagione sta finendo e un anno fa, la tristezza latita e spunta ogni tanto e fa capolino. Per ritornare sugli artisti di strada e su Londra: l'arte e la vita di strada fanno paura perchè non sono contrllabili, non per altro! E in un sistema che deve controllare, sorvegliare, punire, reprimere...qualcosa e qualcuno che non si sottopongono nè sottomettono al controllo e lo espongono e lo rivendicano sono pericolosi, da eliminare, escludere, buon feste finite a sticchiu duci !

tra Otranto e Londra criminalizziamo l'indolenza?

Otranto, 1° settembre 2011: un negoziante picchia un venditore ambulante! Una negoziante insulta un artista di strada, cosa c'è dietro tutto questo? A Otranto c'è un'aria di accoglienza e solidarietà per artisti di strada (non troppi ma presenti) e venditori ambulanti (non ce ne sono troppi, almeno a fine agosto, soprattutto se paragonati alle decine di negozi e negoziati che intasano le vie del centro storico). Ma a volte succedono cose....che lasciano trapelare crepe, mosche bianche o uno strisciante sentimento che pochi sfacciati e "violenti" si incaricano di esprimere?

Io, ingenuo e poetico, voglio credere che sia vera la prima ipotesi, quella delle mosche bianche. Perché ho incontrato persone aperte e gioviali e accoglienti verso l'arte di strada anche quella più estemporanea. Però la sera del 1° settembre un negoziante "palestrato" picchia un ragazzo argentino che vende artigianato in una piazzetta. Vorrei andare al sodo per evitare di impantanarmi in piccole e striminzite ipotesi. Mi aiuta nell'analisi un articolo di Vincenzo Ruggiero, professore di Sociologia Midd-lesex University di Londra. Sul giornale il manifesto, p. 15, sotto il titolo La criminalizzazione dell'indolenza, Vincenzo Ruggiero parte dai disordini di Londra di inizio agosto per fare un'analisi che riguarda la vita di strada e anche quella dell'arte di strada e anche, in questo caso, visto che ci siamo, di Otranto. A un certo punto dell'articolo Ruggiero cita Lefebvre, il quale dice che "le strade cittadine hanno sempre posseduto una funzione "informativa, simbolica e ludica". Allo stesso tempo, sono sempre state luoghi del disordine. Lo spazio urbano pubblico consente ai gruppi di costituirsi, prendere forma, apparire sulla scena e appropriarsi di luogo e tempo. "I graffiti, in questo senso, sono una risposta al 'consumo pilotato', mentre le strade, dice Lefebvre, sono diventate corridoi per la circolazione delle merci, spazi nei quali le persone sono tollerate soltanto se si limitano a passarsi accanto, a sfiorarsi, senza però mai interagire".

Come non pensare a Otranto e alle stradine strette in cui circolano merci e le persone sono tollerate solo se si limitano a passarsi accanto? Otranto come Siena, Firenze ecc. ecc.

Devo dire che a Otranto ho incontrato veramente persone molto accoglienti nei confronti della mia arte di strada e cioè ritratti estemporanei in movimento, cioè che non ho un posto fisso con cavalletto e cc. ma mi muovo e fermo la gente e propongo un ritratto. Ho incontrato donne e uomini che hanno riconosciuto il mio lavoro e addirittura commissionato ritratti su appuntamento, non mi era capitato in nessuna altra città, e il passaparola positivo è stata una cosa bellissima, nel giro di pochissimi giorni.

E l'aspetto inquietante? che una negoziante, dopo che ho fatto un ritratto a una ragazza davanti il suo negozio, mi dice che la ragazza mi ha pagato troppo il ritratto (5 euro! le avevo chiesto dieci euro), mi dice quasi che sono un ladro, lei, la negoziante, che sottopaga le sue dipendenti e vende prodotti comprati al di sotto del loro valore e magari prodotti di finto artigianato come diceva Marco, che si indignava per il fatto che sia vietata la vendita dei prodotti di artigianato magari veri, per strada o con bancarelle, mentre non è vietato vendere prodotti di merda di finto artigianato. Consideriamo che chi vende per strada spesso non sottopaga perché è da solo e magari li fa lui i prodotti e sono garantiti originali!

Rimandandovi alla lettura dell'articolo di Vincenzo Ruggiero bella sua completezza, vi auguro una buona settmbrata libera e bella, con malinconia preautunnale e yoyo mundi!

sabato 3 settembre 2011

La criminalizzazione dell'indolenza tra Otranto e Londra

Salve, amici e amiche, qui Otranto, basso Salento, o pazzo Salento! Ultime notizie dalla trincea, le automobili e i loro dipendenti continuano a fare stragi nelle strade tanto che i giornali locali ormai sono al limite: bollettino di guerra autoimmobilistica o....no? Il Quotidiano di Lecce continua a riportare notizie di sparatorie e cannonate sotto forma di "macchinate incidentale", ebbene sì, siamo in guerra da almeno un secolo e l'industria dell'automobile è in prima linea, in primo piano, causa prima, non lo dimentichiamo anche se a volte ci vogliono far sembrare che la guerra sia solo quella in Afghanistan, dove comunque si muore ancora, si muore anche di sindrome da guerra in Iraq come ci racconta il reportage de la Repubblica di due giorni fa o forse ieri?

Non è guerra, è un processo ineluttabile ma arrestabile, basta scoprirlo, come fa quel pittore di Otranto, che mentre dipinge nel cortile adiacente al castello Aragonese, espone un cartello con scritte alcune cose tipo che dal 2001 al 2009 si sono sfracellate 58 mila vita per le strade con e dentro e fuori e a casus a delle armi improprie chiamate automobili che ci immobilizzano sempre più anche se sono utili ingannevoli e necessarie e micidiali!

La strada, la strada...A Otranto si lavora bene per strada, c'è accoglienza, rispetto per gli artisti di strada, ma...però...mhhhh, però...

Quando? chi? fino a quando? Si lavora bene sì, però...l'accoglienza, quella accoglienza e solidarietà di cui parlava un professore di Ginevra per difendere le Notti dalla Taranta dalla "accusa" di evasionismo...ecco, quel professore prezzolato voleva farci ingoiare la pillola, e cioè che le Notti della Taranta sono un rito di accoglienza e solidarietà e non solo evasionismo, e comunque, concludeva il prezzolato dalle pagine del Quotidiano di Lecce una settimana fa circa, per chi non ci piacciono le Notti della Taranta si può accomodare nelle tante sagre e tante discoteche, come per dire che la Notte della Taranta è più nobile e di spessore delle velatamente disprezzate" sagre e discoteche! Il prezzolato voleva convincerci che vale la pena farsi una tarantata perché è sempre meglio che...io lo mando a fare in culo il prezzolato, perché una volta sono andato a Torre Paduli a Santu Roccu ed era una bolgia, preferisco le feste di paese di Santo Rocco del mio paese, almeno non ci sono migliaia di persone a cui non importa niente e che fanno altro che drogarsi di alcool e di balli e di sballi vari! Però io direi una cosa l prezzolato di Ginevra: gli farei prendere un treno da Nardò a Lecce (40 chilometri) che ti fanno scendere a Carmiano per prendere un autobus sostitutivo e poi ti fanno riaccendere a Novoli per prendere un treno fino a Lecce! La miseria è a portata di mano nel Salento, ma ci sono sussulti di rivolta, dai braccianti di Nardò alle rivolte dei richiedenti asilo di Bari, ma di questa vera solidarietà e accoglienza negata e denunciata il professore di Ginevra non ne parla, confermando indirettamente che le Notti della Taranta sono droga pura, alienazione, non solo evasione, perché se anche un decimo degli "sballerini" che arrivano nel Salento si occupassero e spenderebbero una parola o un gesto per le rivolte in Puglia degli ultimi giorni, forse sarebbe un po' più vero e avrebbe più senso parlare di solidarietà e accoglienza e cose del genere.

a Otranto

A Otranto gatti morti e minchie piene, scatene, cioè catene! A.

lunedì 8 agosto 2011

solo l'immenso dio viaggiare risorge e riprende

neanche l'immenso viaggiare restituisce canti e incanti, solo riprendere il viaggio, nell'ansito del tempo morto e rinascente ricorrente, A.

sabato 9 luglio 2011

stare attenti ai maroni e difendersi dai cannoni mediatici

leggo adesso in mezzo alla notizia del corteo Notav di Torino di ieri sera, corteo con fiaccolata, delle affermazioni di Maroni "1500 manifestanti volevano uccidere i poliziotti". Colgo l'occasione per precisare una cosa dal di dentro, nel senso che io c'ero e ho visto e sentito. E' vomitevole e inaccettabile quello che sta succedendo perchè siamo in un paradosso e in ua situazione "da capovolgere", e cioè: sia nel corteo che è partito da Giaglione sia in quello partito da Exilles, quelli che avevano i megafoni e comunicavano l'andazzo della situazione, dicevano spesso di rimanere fermi nel bosco in cui ci trovavamo, chi voleva poteva andare, ma chi voleva riposare poteva rimanere nel bosco dove eravamo in tanti, tanto che qualcuno ogni tanto si lamentava che il tipo che parlava al megafono fosse quasi troppo "moderato" e non invogliasse ad andare verso le reti cioè a fare pressione e comunque a vedere che succedeva. C'è un video significativo al riguardo del discorso di Beppe Grillo, in cui si vede bene che c'è qualcuno che dice che bisognerebbe andare verso le reti per dar man forte e Beppe Grillo e uno dei sindaci presenti (Beppe Grillo anche in malo modo toglie il microfono a uno che sta invogliando ada andare verso le reti) cercano di calmare gli animi. La cosa è molto preoccupante, perchè vuol dire che Maroni e chi gli sta dietro stanno facendo un gioco molto sporco, e cioè capiscono che stanno perdendo il controllo e quindi capovolgono la realtà: purtroppo non c'erano 1500 persone a fare pressione sulle reti, o comunque potevano essercene molto di più, e io mi sono sentito "giustificato" dalle parole di chi parlava col megafono, ma ora mi sento un vigliacco, perchè non ho potuto vedere coi miei occhi quello che stava succedendo verso le reti, e altri come me credo, si sono sentiti con la coscienza a posto "pacificati" da quella voce. Non voglio accusare nessuno, ma ora Maroni fa l'iperfascista, forse se molti di più andavano verso le reti si poteva fare meglio e di più, mentre adesso si è fatto meno e si è attaccati come se si fosse fatto di più

mercoledì 6 luglio 2011

spunti interessanti in links

http://www.altracitta.org/2011/06/14/difendiamo-la-val-di-susa-e-i-suoi-abitanti/

martedì 5 luglio 2011

ma la Francia non è più brava perché fa andare avanti l'Alta Velocità!

Per i fanatici della Francia che è più civile perché ha l’Alta Velocità, si sappia quanto segue:

Bernard Taponot è un ferroviere del FRET (settore merci) della SNCF, è stato intervistato dalla rivista Refractions della primavera del 2009, titolo della rivista Le reveil des illegalismes.

Bernard Taponot spiega che il TGV è una delle più grosse catastrofi francesi sotto tutti i punti di vista: economico, paesaggistico, ecologico e non solo

Per garantire i TGV sono state rovinate e abolite stazioni di piccoli paesi

Il TGV non è un affare, anzi, succhia soldi, energie e ha un impatto ambientale insostenibile, per garantire le stesse ore di percorrenza dei TER (treni regionali francesi) nelle medie percorrenze: Marsiglia Nizza per esempio!


Ultimamente ho viaggiato in TGV a media e lunga percorrenza: da Marsiglia a Nizza e da Marsiglia a Lille: ritardi di un’ora e più nel giro di pochi giorni!
Sapete qual è il segreto? Che per garantire la sacrosanta velocità, a volte fittizia, come si è visto, la manutenzione salta, Bernard Taponot ci dice che i TGV francesi hanno vent’anni di ritardo sulla manutenzione! Forse stanno iniziando a vedersi gli effetti!

Alcuni libri pubblicati da Nautilus parlano di lotte popolari contro l’Alta Velocità in Francia. Lotte dimenticate, invisibilizzate e purtroppo…i francesi considerano l’Italia come una scuola di lotta popolare, e finiamola con questa retorica della serie “Loro si sono rovinati e noi perché no?”, perché di rovina si tratta, se si parla di assassinare la lotta e la vita popolare, come è stato fatto in Francia negli ultimi decenni e secoli! Non per nulla in Francia escono libri che parlano delle lotte popolari italiane degli ultime decenni come testimonianze ed insurrezioni popolari esemplari! Questo per quelli che sulle pagine dei giornali di questi giorni inneggiano alla Francia veloce e civile! Mentre in Val di Susa gli “incivili” bloccano la TAV!

Tra le altre cose quest’anno ricorre il trentennale del TGV in Francia: facciamogli la festa!

alla maddalena, col nonno magico della valsusa

Il nonno magico nei boschi della Val di Susa, 3 luglio 2011, da Giaglione alla Maddalena, mattino in fiore nel bosco e lacrimogeni e feriti
Oggi, oggi è un giorno di festa, è inutile uscire, cantano i diaframma con la voce di Federico Fiumani. Ecco, ieri, per chi era in Val di Susa per assediare la Maddalena, era un giorno di festa (santificato non solo dalla Maddalena!) ed era utile uscire! Cioè andarci ed esserci. Io non volevo andare. Avevo paura. Paura delle parole di chi mi diceva di portare mascherine, occhialini, scarponi (io porto i sandali anche di inverno!), acqua, limoni contro i lacrimogeni! Però poi sono partito, anche se potevo avere la scusa che oggi ho un aereo per Catania, da Milano! E se rimanevo bloccato lì? In realtà volevo rimanere bloccato lì, fra i boschi magari a fare un bagno nel torrentello che c’è tra Giaglione e la Maddalena. Ma già anni fa ero rimasto “bloccato” qualche mese in Val di Susa, e mi era bastato. Ma ieri è stato un “oltre”, un’altra Val di Susa. Sì, la paura c’è sempre, ogni volte che uno si deve mettere in gioco fino in fondo! Un’altra Val di Susa perché? Perché per la prima volta sono entrato nel bosco, dove si possono incontrare essere misteriosi e magici! Per esempio l’uomo saggio valsusino, coi baffetti bianchi, il nonno che ognuno di noi sogna? E che dice il nonno che ognuno di noi sogna? Per esempio, come nella canzone Il vecchio e il bambino di Guccini, racconta, di quando, a Monpantero, cinque e più anni fa, come oggi alla Maddalena, c’erano tanti uomini con le divise e le armi che chiedevano i documenti agli abitanti di Monpantero, quindi anche a lui. Per giorni e giorni, anche un mese durò quella “militarizzazione”. Ma poi, dice il vecchio, guardando lontano, ci siamo rotti i coglioni di quegli sbirri che dormivano lì nelle loro camionette vampirizzate! (volevo scrivere vampirizzate ma il computer mi dà vampirizzate! Anche il computer lo sa!?). E una notte, racconta il vecchio, abbiamo messo la benzina sotto le camionette vampirizzate e…hanno preso fuoco. E loro? Chiedo io, io bambino bambetto. “I giornali non ne hanno parlato?”. “Loro hanno dato un’altra versione: incendio per corto circuito!”.

E poi il vecchio ci accompagna per un sentiero più “alto” di quello in cui siamo tutti imbottigliati. Siamo partiti da Giaglione e abbiamo imboccato un sentiero stretto che in basso non puoi andare perché c’è il bosco che scende ripidamente. Siamo un po’ stretti, saremmo in tre mila? Come dicono oggi certi giornali? E in tre mila in un sentiero….Meglio prendere un altro sentiero con il nonno magico. Siamo in pochi a seguirlo, ma dopo un po’ ci ingrossiamo. C’è anche Turi con noi, mezzo nudo e con i fiori in bocca e in mano. Io e N., che camminiamo insieme e ci conosciamo dai tempi della marcia notav da Venaus a Roma del 2006, sorridiamo e chiacchieriamo con Turi. Turi ha il naso arrossato anche per i maltrattamenti subiti dai poliziotti che l’hanno bloccato dieci giorni fa quando si era buttato lungo l’autostrada per bloccare la ruspa mangia montagna. Turi tiene in mano un mazzetto di fiori di iperico, e io indovino subito perché un po’ di anni fa avevo imparato a raccoglierli e a fare l’olio di iperico. E poi ha un petalo di un fiore rosso e se lo strofina sul naso. Io lo annuso e dico che è papavero, e Turi dice no con la testa. N. non lo annusa e dice che è rosa canina. E Turi dice che ha indovinato. Turi non parla perché fa lo sciopero della parola, ma ogni tanto parla, infatti dopo un po’ scende lungo il sentiero applaudito proclamando che le erbe di san Giovanni ci aiuteranno a vincere la nostra battaglia. E’, forse, un po’ troppo “simpatico”.

Il vecchio di prima mi ricorda un altro vecchio valsusino di cui mi hanno raccontato. Che proponeva, per sabotare i tralicci dell’Alta Tensione, non formule esplosive, ma solo una chiave inglese per smontare i bulloni che reggono la base dei piloni! Saggezza di vecchio operaio Enel! E, forse, di vecchio e basta!

Dopo un po’ incontriamo un mini corteo con la mini banda musicale locale. N. che è di queste parti dice che è un rito, il rito degli spadonari, che ricorda un’insurrezione antifeudale medievale. Infatti ci sono le donne in costume e due ragazzi che portano in processione un oggetto rituale: rami di albero e un pane alla base: pagano, molto pagano! E i bandisti ci dicono “ci vediamo dopo”.

Per andare al cuore perché ho poco tempo, dopo un po’ ci fermiamo per riposare. Ma intanto abbiamo ripreso il sentiero con tutti gli altri. Vedo un uomo che mi sembra Marco Ferrando. Glielo chiedo e lui me lo conferma. Gli chiedo come mai i giornali non parlano molto di lui e del suo partito, pur essendo loro qui tra noi, e parlano del SEL di Vendola che fa dire a una sua portavoce cose del tipo “Proponiamo di spostare i soldi per la TAV al potenziamento della linea già esistente”. Però poi alla domanda della giornalista la portavoce e deputata del SEL (l’altro ieri su Repubblica credo) diceva che vogliono fare da ponte tra il governo e i notav, la giornalista diceva che era un atteggiamento cerchiobottista….Marco Ferrando mi diceva che Vendola sta facendo il gioco di Bertinotti ma ancora di più: Bertinotti voleva entrare nel Governo, Vendola vuole diventare il capo della sinistra e poi del Governo! E sta lavorando bene! Che detta così può sembrare “positivo”, ma per i più lucidi, e ovviamente per Ferrando, è una linea di una viscidità e di una perversione da campioni del doppiogiochismo!

Ma andiamo avanti nel bosco. Il vecchio e il bambino, si preser per mano, e andarono insieme, incontro alla sera…E nel bosco ci sono anche gli esseri…i folletti? Sì, i folletti neri, con la testa fasciata di nero e anche la faccia a volte e…mi sembra che siano eroici perché cco sto caldo! Ovviamente hanno anche le mascherine! E gli occhialini! Quelli che io non ho portato anche se consigliavano di portarli. Infatti M. e D., con i quali sono arrivato, hanno portato qualche mascherina in più di me! E qualche panino. Ma io niente, parassita filososo maledetto! Ho dimenticato anche l’acqua e anche il cappellino, ma quello volutamente. L’acqua l’ha dimenticata anche D., proprio come me: borracce tattiche pronte piene di acqua e dimenticate sul tavolo della cucina!
Ma per questo non c’è problema. Il bosco ci protegge con le ombre degli alberi lungo il sentiero. E’ bello, proprio come ai tempi della canzone: Siamo i ribelli della montagna, viviam di stenti e di patimenti (potenzialmente, senz’acqua e cappellino, non fosse stato per il bosco protettivo, sarebbero stati stenti e patimenti per davvero!). Ma invece oltre al bosco c’è la vicinanza, la prossimità, e l’acqua te la danno i vicini. Io per esempio la chiedo a una ragazza che incontro durante il cammino, durante una sosta. C’è prossimità e vicinanza a tal punto che quando gli esseri neri passano tra noi, quelli di cui tanti hanno paura, nessuno esprime preoccupazione né sentimenti preoccupanti. Solo una ragazza dice qualcosa e uno di loro dice: “Ma guarda questa pompierina borghese”, lei cerca di difendersi e lui dice “A noi ci hanno invitati i valsusini”. Lei dice qualcosa e lui risponde con tono un po’ irritato “Quindi noi saremmo gli infiltrati?”, e poi continua a camminare con gli altri. Dopo un po’ arriviamo vicino a un torrente, un fiumiciattolo, il Clarea, o Dora? Credo il Clarea, perché sui giornali dell’indomani ho letto che il “bosco della paura” si chiamava bosco di Clarea. Ma paura di chi? Perché? Dopo essere scesi verso il fiume, io e altri pochi “scivolando” per accorciare, tanti altri lungo il sentiero lungo, arriviamo al fiume. La voce dell’altoparlante, che viene da una faccia di un uomo che somiglia al Gesù di Zeffirelli, dice che non dobbiamo attraversare il fiume bensì costeggiarlo. Attraversarlo sarebbe stato più rinfrescante, ma anche costeggiarlo ci fa godere della frescura. Dopo il fiume arriviamo finalmente alla barricada di pietre antiche e c’è un buco e passiamo. Attraversiamo un ponticello e ci ritroviamo nel bosco della paura, come dicevano i giornali dell’indomani. C’è una baita e c’è una casa sull’albero. E’ la baita che una settimana prima i poliziotti avevano sgomberato e inseguito gli abitanti nei boschi e sparato lacrimogeni. Ma ora i poliziotti, che da quanto ho capito erano qui fino a poche ore fa, sono andati via per andare a difendere il terreno dove vogliono cominciare i lavori per distruggere la montagna, spendere tanti soldi, cioè far dare tanti soldi a chi dovrebbe sfondare la montagna, per costruire una galleria per far passare un treno che già c’è! C’è già una linea di treni che usano poco, molto poco, tanto che c’è chi dice che si potrebbe migliorare quella che già c’è e vedere se aumenta il traffico delle merci, ma il traffico diminuisce, e tanto, negli ultimi anni.

Allora arriviamo nel bosco. Ma non c’è paura, almeno all’inizio, ci sono donne, bambini, di tutte le età, amici che ho incontrato in tante parti d’Italia, ci sediamo un po’ per riposare sotto l’albero dove c’è la casa. Sotto l’albero c’è un tavolo di legno lungo come quello dei sette nani. Poi c’è la baita. E la voce del megafono dice che chi vuole si può riposare e chi vuole può proseguire lungo il sentiero che sale verso il terreno dove ci sono i poliziotti dietro la rete. E chi vuole può fare pressione contro la rete. Qualcuno inizia a salire. Io e altri rimaniamo a riposare e a mangiucchiare. M. e D. salgono sopra. D. sembra propriio una blak blokka! Quasi tutta nera, quasi mi fa paura e quasi me ne scappo! Poi vedo tanti altri amici con le mascherine e i fazzoletti in testa e davanti alla bocca e sembrano anche loro un po’ blecchi blocchi e mi faccio contento perché allora vuol dire che tutti possiamo essere blecchi blocchi! Anzi, io e altri senza mascherine né niente ci diciamo che siano un po’ spreparati. M. va su con D. ma lui non ha niente, solo una mascherina che gli prestano quando arriva là sopra vicino alla rete. Io provo a salire ma mi dicono che è meglio di no senza mascherina. Infatti dicono che sparano lacrimogeni come se piovesse. E se non hai mascherina, limone e maalox meglio che non vai. Il limone ce l’abbiamo, cioè ce l’ha D. che gliel’ha dato N. E il malox è liquefatto nelle bottiglie d’acqua infatti ogni tanto qualcuno di quelli che va su ritorna da noi, si toglie la mascherina, si sciacqua la bocca con l’acqua con dentro il maalox, purtroppo cominciano ad arrivare le prime voci che dicono “Un medicooo”, e arrivano i primi nostri amici o potenziali amici trasportati a spalla o presi in braccio perché feriti dai lacromogeni o dalle palle di gomma che i poliziotti sparano quando finiscono i lacrimogeni. Uno con una ricetrasmittente che ogni tanto comunica qualcosa a qualcuno dice che “prima o poi finiranno i lacromogeni, non ne hanno molti, lo sappiamo, e quando li finiscono ce li mangiamo”. Una donna piange di rabbia, dice “Sono incazzata nera”. La voce del megafono dice che a Ramat stanno facendo pressioni, chi vuole andare va, qui possiamo rimanere a riposare chi vuole, e qualcuno a portare acqua su”. Arrivano altri feriti, sembra un fronte di guerra. La voce del megafono ci rassicura dicendo che abbiamo conquistatola Baita, che molti fanno pressioni alle reti, i poliziotti tirano lacrimogeni e qualcuno si sta facendo male”. Poi aggiunge che i lacrimogeni hanno incendiato una parte delle vigne vicine e i Notav hanno spento il fuoco”. E giù applausi. Siamo dentro a un bosco, io penso che se dovessero arrivare i poliziotti saremmo fritti, perché dovremmo scappare da un sentiero solo o in mezzo a i boschi. E sarebbe un problema, forse soprattutto per quelli con i sandali? Ma no, no, la voce del megafono ci rassicura. E attorno al tavolo, io e altri che siamo arrivati insieme a M., stiamo seduti ad aspettare gli eventi, respiriamo la tensione (non i lacrimogeni che sono lontani), ogni tanto qualcuno dice che quello dell’altoparlante potrebbe esortare di più verso le reti. Uno che scende dalle reti e poi ci torna dice che chi è indeciso potrebbe andare alle reti per dar man forte. Attorno al tavolo davanti a noi ci sono due uomini che mangiucchiano salame delle valli, formaggio delle valli e pasta di meliga. Ci offrono pasta di meliga. Poi salame e formaggio e vino. Chiacchieriamo un po’ e si sente questo clima di comunità in festa e in resistenza che sappiamo che non esiste più e forse non è mai esistita ma ci piacer credere che ci sia e qui un po’ si respira tutte queste donne e uomini nati tra il 1920 e il 1990 o anche 2000, e tutti questi colori…anche il colore del sangue delle ferite, la tensione che sale, il megafono rassicura, siamo in tanti, è commovente. A un certo punto qualcuno sale da sotto correndo e urlando “Via via stanno arrivando”, io mi precipito verso il tavolo per prendere il mio zaino perché mi ero spostato verso la baita e stavo salutando M. che non vedevo da circa un anno o forse più. Ma fortunatamente è un falso allarme. Ma a me mi resta un po’ di adrenalina e di ansietta. La smaltisco camminando per il bosco popolato dagli elfi venuti da ogni parte di Italia. C’è una ragazza che riconosco che avevo visto due mesi fa a Bologna perché era tra le pochissime che era venuta a vedere un mio monologo, e l’unica che aveva comprato a offerta libera un mio libricino dal titolo Lettera per un natale illegale. Lei mi riconosce e mi ricorda il contesto. Poi c’è D. che dopo un po’ di incursioni alla rete adesso si è distesa e dorme all’ombra dei faggi o querce o alberi di cui non conosco il nome. M. non è ancora tornato. Spero non sia tra quelli feriti. Cominciano a essere in tanti. Sappiamo che l’indomani i giornali diranno che i feriti gravi e tanti sono stati i poliziotti. Ovviamente avranno pochi e invisibili graffi che spacceranno per ferite gravi. Ma nessuno si sarebbe aspettato che avrebbero detto 200 poliziotti feriti. E neanche che Napolitano avrebbe detto le balle spaziali oltre che offensive. Poi Valentino Parlato gli ha scritto una lettera sul Manifesto di martedì 5 luglio, in cui lo invita a venire in Valle a vedere e a capire, con “senso di giustizia”. La tensione continua, i feriti continuano ad arrivare, ne vedo circa una decina, aiuto uno di loro a camminare verso la macchina. Ma questo alla fine, al campo di calcio dove torniamo tutti. E’ finita questa giornata. E’ iniziata un’altra storia di lotta, struggente e rigenerante, senza illusioni né ingenuità. Ci sarebbero note a margine da fare, riflessioni, considerazioni, ma per ora lasciamo la parola al tramonto che ci salutava quando siamo partiti, alle nove della sera. E all’elicottero che ci sta sulle palle e sulla testa. M. è tornato dal fronte. Non ha niente se non una mascherina che gli hanno prestato. E capisco che sarei potuto andare anch’io, ma lui in più aveva gli scarponi da montagna. I sandali mi giustificano? Tra Giaglione ed Exilles ci siamo messi a camminare per andare incontro alla macchina che ci veniva a prendere per andare verso Ovest. Ci siamo fermati a una curva dove c’erano altri ragazzi che aspettavano un autobus. Avevano una bandiera rossa e blu. Ho chiesto se era del Catania o del Bologna. Loro hanno detto che era di Senigallia. L’Italia si muove anche per difendere una valle, e non solo per andare in discoteca o allo stadio o al mare. Mi rimane la voglia di bagnarmi nel fiume. Prima, quando abbiamo fatto la strada a ritroso, due ragazze si erano fermate sopra i sassi lungo il fiume. Si erano tolte le scarpe. Qualcuno di noi aveva detto “Veniamo anche noi ma abbiamo fretta”. In realtà poi avevamo aspettato più di un’ora nel prato. Un altro motivo per tornare alla Maddalena!

lunedì 27 giugno 2011

val di susa e non solo: cosa perdiamo? ma soprattutto: chi perde?

quando Emma Marcegaglia dice che se perdiamo i finanziamenti della TAV Torino Lyone perdiamo una possibilità e bla bla bla schifo e controschifo immondo che ci dovrebbe venire da dentro, ecco, bisognerebbe prendere alla lettera: perdiamo, cioè lei e i quattro capi dell'industria del cemento implicati nell'affaire Val di Susa, purtroppo è finito il tempo della durezza e siamo tutti incatenati e autocensurati, autocontrollati, perché altrimenti questa gente qui la pagherebbe cara, oltre a questo sfogo volevo abbozzare una critica di base: va bene tutto, la resistenza, i presidi ecc., ma, e qui parlo con cognizione di causa, queste resistenze devono uscire fuori, devono evitare la ghettizzazione o l'autoghettizzazione, l'insurrezione si deve diffondere, col rischio di diventare meno visibile e individuale, ma deve guadagnare in diffusione, in quotidianità, se no si rischia la deriva militaresca o militantesca o meglio ancora militontesca, fin quando le forse individuali resteranno incatenate io dubito fortemente che una resistenza e una azione collettiva sarà efficace e completa, animo

venerdì 10 giugno 2011

dal suicidio di un ergastolano alle false rivoluzioni: sfogo con rabbia pura

ecco a voi, mentre si parla tanto di Battisti e di "vittime del terrorismo", una voce viva e vera, e mentre la Svizzera dice che abbandonerä il nucleare, Marco Camenisch e ancora dentro, e soprattutto, anche se togliamo il nucleare, ci puliamo il culo e la coscienza, perche fin quando non ci verrä voglia di distruggere lo schermo della tv e quella faccia di cazzo di Castelli che ieri ad Anno Zero diceva che trentánni fa si stava peggio perche cérano piü vittime del terrorismo, e oggi si sta meglio perche siamo piü sicuri, sicuri di non non poter prendere a bastonate una faccia di cazzo come lui e altri come lui leghisti esplicitati e non, che la lega e una costola della mafia industrialnordista, e´ fortemente legata a Comunione e liberazione che in Lomardia e´piü potente della mafia a Palermo, scusate lo sfogo, ma i vari Saviano e compagnia bella mi chiedo come mai non parlano mai di Comunione e Liberazione, della Compagnia delle Opere, e si concentrano sulla Ndrangheta e sulla camorra? E come mai hanno tanto successo? e come mai quelli che scrivono un libro come Assalto al Potere, il potere della Compagnia delle Opere in Lombardia, non mi ricordo il nome, vengono licenziati dal loro incarico nell´ambito della Sanitä in lombardia, e nessuno se li caca perche´ ha pubblicato con la casa editrice Beperess? scusate lo sfogo ma non se ne puo´piü di tutte queste false rivoluzioni! Anche di questa rivoluzione spagnola che m sono arrivati tre video in due giorni, sempre gli stessi! Io li ho visti a Montpellier gli indignados! Hi visto na maniata di scoppiati con dei volantini di un generico e di un qualunquismo raccapricciante! Si in Spagna e´diverso, mi dicono, sono in tanti, di tutte le etä. Ma ho visto anche, nel video, quelli che scopano e puliscono col mocio le piazze e dicono "facciamo la rivoluzione ma puliamo tutto!", ho visto quelli che fanno la raccolta differenziata come fosse quello il problema della rivoluzione, ho visto quelli che inneggiano alla noviolenza come se non fossimo giä nonviolenti coatti, tra catocomunismo e buonismo a buon mercato che ce lo hanno inculcato e ora il problema e che dobbiamo tirar fuori la violenza! se no siamo tutti da psichiatrizzare, che gia in tanti sono giä psichiatrizzati e rintanati in mini celle autogestite, tra maestri buddhisti fittizi, equosolidalismi, biobio e vegetarianvegan di varie matrici ma trasversali, e poi quelli che si fanno dare bastonate dagli sbirri e stanno fermi e alzano le mani! Ma andate nei negozi e prendetevi le cose senza pagare come facevano i nostri e le nostre mamme e zii trent´ anni fa, salite sugli autobus e non pagate come facevano i nostri fratelli e sorelle maggiori e anche adesso ogni tanto fanno e chiamano i carabinieri per niente come a Bologna pochi mesi fa, occupate le case, riprendiamoci le nostre vite! Ma non a colpi di volantini, referendum e partiti presi, ma a colpi di indignazione individuale, oltre che collettiva, come dice Goffredo Fofi nel suo ultimo libro, e ricordandoci che la libertä fa paura, deve fare paura, non e divertente, anche, ma non solo, la rivoluzione si fa col sangue, poi questo sqngue puo essere anche metaforico, metafisico, cioe nelle vene dobiamo sentire ribollire, scorrere, il sangue, l´adrenalina, dobbiamo rischiare, confliggere, se no e´aria fritta e andiamo a fare in culo!

da un suicidio di un ergastolano alle false rivoluzioni, sfogho con rabbia pura

ecco a voi, mentre si parla tanto di Battisti e di "vittime del terrorismo", una voce viva e vera, e mentre la Svizzera dice che abbandonerä il nucleare, Marco Camenisch e ancora dentro, e soprattutto, anche se togliamo il nucleare, ci puliamo il culo e la coscienza, perche fin quando non ci verrä voglia di distruggere lo schermo della tv e quella faccia di cazzo di Castelli che ieri ad Anno Zero diceva che trentánni fa si stava peggio perche cérano piü vittime del terrorismo, e oggi si sta meglio perche siamo piü sicuri, sicuri di non non poter prendere a bastonate una faccia di cazzo come lui e altri come lui leghisti esplicitati e non, che la lega e una costola della mafia industrialnordista, e´ fortemente legata a Comunione e liberazione che in Lomardia e´piü potente della mafia a Palermo, scusate lo sfogo, ma i vari Saviano e compagnia bella mi chiedo come mai non parlano mai di Comunione e Liberazione, della Compagnia delle Opere, e si concentrano sulla Ndrangheta e sulla camorra? E come mai hanno tanto successo? e come mai quelli che scrivono un libro come Assalto al Potere, il potere della Compagnia delle Opere in Lombardia, non mi ricordo il nome, vengono licenziati dal loro incarico nell´ambito della Sanitä in lombardia, e nessuno se li caca perche´ ha pubblicato con la casa editrice Beperess? scusate lo sfogo ma non se ne puo´piü di tutte queste false rivoluzioni! Anche di questa rivoluzione spagnola che m sono arrivati tre video in due giorni, sempre gli stessi! Io li ho visti a Montpellier gli indignados! Hi visto na maniata di scoppiati con dei volantini di un generico e di un qualunquismo raccapricciante! Si in Spagna e´diverso, mi dicono, sono in tanti, di tutte le etä. Ma ho visto anche, nel video, quelli che scopano e puliscono col mocio le piazze e dicono "facciamo la rivoluzione ma puliamo tutto!", ho visto quelli che fanno la raccolta differenziata come fosse quello il problema della rivoluzione, ho visto quelli che inneggiano alla noviolenza come se non fossimo giä nonviolenti coatti, tra catocomunismo e buonismo a buon mercato che ce lo hanno inculcato e ora il problema e che dobbiamo tirar fuori la violenza! se no siamo tutti da psichiatrizzare, che gia in tanti sono giä psichiatrizzati e rintanati in mini celle autogestite, tra maestri buddhisti fittizi, equosolidalismi, biobio e vegetarianvegan di varie matrici ma trasversali, e poi quelli che si fanno dare bastonate dagli sbirri e stanno fermi e alzano le mani! Ma andate nei negozi e prendetevi le cose senza pagare come facevano i nostri e le nostre mamme e zii trent´ anni fa, salite sugli autobus e non pagate come facevano i nostri fratelli e sorelle maggiori e anche adesso ogni tanto fanno e chiamano i carabinieri per niente come a Bologna pochi mesi fa, occupate le case, riprendiamoci le nostre vite! Ma non a colpi di volantini, referendum e partiti presi, ma a colpi di indignazione individuale, oltre che collettiva, come dice Goffredo Fofi nel suo ultimo libro, e ricordandoci che la libertä fa paura, deve fare paura, non e divertente, anche, ma non solo, la rivoluzione si fa col sangue, poi questo sqngue puo essere anche metaforico, metafisico, cioe nelle vene dobiamo sentire ribollire, scorrere, il sangue, l´adrenalina, dobbiamo rischiare, confliggere, se no e´aria fritta e andiamo a fare in culo!

martedì 7 giugno 2011

una volta al giorno veleno nel treno

mi masturbo una volta al giorno
per liberarmi dal veleno
nel treno
sereno
variabile
piovoso
romantico
languido
estatico e bum

sabato 28 maggio 2011

si abbracciano

lo schifo e il movito
che vengono da lontano e da vicino
si abbracciano e si incontrano nel vente
e nella meraviglia del mattino

lunedì 28 febbraio 2011

la Francia cammina sempre più verso il modello Italia?

ultimamente dicono che la Francia si avvia verso il modello Italia, in negativo ovviamente, citando l'avvicinamento di Sarko al modello Berlù, ma non solo...l'altro giorno sul treno da Chambery verso Lyon una signora mi fa osservare che ultimamente i treni in Francia sono spesso in ritardo, l'occasione era l'annuncio di un ritardo di 5 minuti del treno sul qualeeravamo seduti uno di fronte all'altra...Poi, un esempio positivo, un controllore mi chiede il biglietto e dato che non ce l'ho mi chiede i soldi, io chiedo quanto costa, lui dice 25 euro, io dico che ho 10, lui dice che sono troppo pochi, io dico 15 e lui mi dice che va bene e mi fa il biglietto, una umanità "strana" in Francia, una elasticità tutta italiana, questo in positivo. SUl TGV da Lyon a Bruxelles succede una cosa ancora più strana. Ci sono almeno tre controllori, passano e non dicono niente, non chiedono biglietti. Poi passano e di nuovo, uno si ferma alla mia altezza, sta per cheidermi qualcosa, penso che mi cheiderà il biglietto, invece si gira verso una donna che é seduta accanto a me ma dall'altra parte del corridoio, la signora dice qualcosa e lui dice 3va be tutto a posto", e se ne va. Mia madre avrebbe detto 3Lode al Signore3, "la Provvidenza", 3é stato il Signore a illuminare il controllore servendosi della donna", più razionalmente pesno che il posto in cui ero seduto lo aveva prenotato la signora ma poi si era spostata e quindi aveva detto che non c'era problema, potevo rimanere dov'ero, risolvendomi senza saperlo due problemi: la prenotazione e il biglietto (che non avevo, ovviamente, né questo né quello, va da sé).

Poi, in negativo, sale un controllore a Lille. Somiglia a quello di prima, e quindi mi inganna perché penso sia lo stesso. Mi dico che non mi chiederà il biglietto perché ormai sono a posto. Invece non é quello di prima, e mi chiede il biglietto. Gli dico che non ce l'ho e che non ho 50 euro per fare il biglietto ( é il costo del tratto fino a Bruxelles in base a quello che mi dice lui). Gli dico che posso dargli un documento per farmi un biglietto da pagare dopo (che io non paghero' comunque). Lui mi dce che no che chiama la Polizia. Io dico " ma come? A timpu di guerra no e a timpu di paci si'?", per dire che non sto chiedendo niente di irregolare. Lui si accanisce e comincia a citarmi l'Italia, "in Italia lo paghi il biglietto?", io dico "si" anche se dovrei dire di più, e cioé non sempre, ma ho sonno perché ho dormito poco e non mi sembra il caso di sottilizzare, a prescindere dal sonno. Gli dico che altre volte é capitato in Francia e funziona cosi, lui si accanisce ancora di più, scadendo nel comico, "ah allora non é la prima volta, adesso chiamo la polizia"; E' ridicolo, talmente ridicolo che la Polizia, che lui chiama e sento che gli dice al telefono "C'é un italiano che non vuole pagare il biglietto coi soldi", lo manda a fare in culo o qualcosa del genere. Infatti dopo un po' mi chiama nel corridoio e sembra ancora più incazzato perché la polizia gli ha detto che non puo' venire, anche perché, a pensarci bene, dove cazzo deve venire? a Bruxelles? perché é un TGV e dopo Lille fermerà a Bruxelles, quindi c'é una frontiera da attraversare, e nessun motivo per cui appellarsi alla polizia! Allora lui comincia a provocarmi, in Italia lo paghi e qui no, se io vengo in Italia pago, che mestiere fai? Ah l'attore, se chi viene a vedere i tuoi spettacoli non paga tu non ti incazzi? Insomma, ridicolo, meno male che avevo dormito poco, comunque l'esperienza mi serve, oltre che come documento, anche perché l'adrenalina che mi smuove mi permette di ripassarmi un epzzo del monologo Milano chim era che avevo abbandonato perché ...mi si erano chiusi gli occhietti! A.

domenica 27 febbraio 2011

sticchio dolce come il kiwi e porco bio

viaggio di Dio, o da DIO, OGGI IN TGV COn tutte quelle cose buone dal pane al porco bio e ai kiwi bio che sanno di sticcho dolce di Estelle? ma lo sticchio non gliel'ho toccato, quindi...immaginiamo, immagino, immagineremo, comunque sempria stessa canzunz iè! A.

sabato 22 gennaio 2011

per non dimenticare un contesto generale

ciao Antonio, Matilde e Liliana, Scrivo a tutti e tre perchè siete in un modo o nell'altro coinvolti nelle dinamiche "potenziali" della settimana di cultura italiana a Marsiglia. una cosa molto piccola ovviamente, perchè c'era una signora che aveva capito che questa settimana si svolgeva all'Istituto di Cultura Italiano a Marsiglia. Sebbene abbia contattato l'Istituto di cultura italiano di Marsiglia (ho parlato col direttore, con altri impiegati e gli ho portato le locandine ecc.), sappiamo bene che se non sei già conosciuto in Italia, col cazzo che ti fanno fare le cose e ti finanziano gli Istituti di cultura italiani all'estero. E anche questa è una banalità che sto dicendo. Perchè è troppo generica, non ho parlato con altri Istituti di Cultura italiani all'estero se non con due o tre in Francia e per via telefonica. E sono stati onesti o disponibili a proposte dal 2011 in poi. Anche quelli di Marsiglia, oltre a mettere bene in vista la locandina, hannod etto che verrannoa vedere e forse anche il direttore verrà e non si sa mai, ma vedremo nei prossimi giorni se verranno e qaunti e come. Intanto volevo dirvi grazie per la disponibilità potenziale, e anche per non essere venuti, e forse qui dovrei chiedervi scusa per il affto di non aver capito subito che era una cosa da fare con italiani che abitano a Marsiglia. Io però sono stato felice di vedere da parte vostra volontà e disponibilità immediata o quasi, nel caso di Liliana anche all'ultimo momento. Ci ho messo un pò a capire che il tipo che organizza è molto volenteroso ma anche precipitoso, e soprattutto "nuovo", nel senso che ha aperto questo café associatif da pochi mesi. Io sono arrivato a Marsiglia poche settimane dopo l'apertura. Mi si è presentata una giovane aitante e motivata, M., che lavorava per lui come curatrice di eventi culturali. Al tempo stesso in quei giorni in cui io parlavo con lui, il Governo francese approvava una legge che sospendeva il contratto AED, ma non sono sicuro si scriva così. E' il contratto in base al quale un 'associazione culturale francese può assumere una persona per sei mesi con uno stipendio di 800 o 600 euro al mese, il 70% del quale stanziato dallo Stato. Perchè parlo di questo? Forse c'entra poco forse tanto con quello che è successo a noi. Una mia amica mi ha detto, sempre in quel periodo, che era nella merda perchè stava preparando uno spettacolo e l'associazione l'avrebbe assunta per sei mesi e avrebbe avuto soldi e tempo epr preparare lo spettacolo. Ma a novembre hanno sospeso i contratti, e quindi lei e altri, come la ragazza della Mer Veilleuse, non hanno più avuto modo di essere assunti fino al rinnovo di questo contratto a data da definirsi. Allora ci ho riflettuto e ho pensato che molte volte, almeno io, tendo a non farci caso alle leggi che approvano o disapprovano ecc. MA i nessi con la nostra quotidianità ci dicono più di cafrte e volantini e telegiornali, e questo può essere un nesso, perchè la ragazza ha dovuto cercare un altro lavoro e il tipo ha dovuto condurre da solo la baracca, con le vacanze di natale in mezzo, questo senza nulla togliere alle sue e alle responsabilità di ognuno (alle mie per quanto mi concerne). Potrei parlare anche della legge LOPPSI II che hanno approvato recentemente in Francia per cacciare gli squatters e la gente che abita nelle yurte e ovviamente i Roms e tutti i senza fissa dimora o sans papiers che si costruiscono una casa alla bell'è meglio o che la occupano Anche qui ci vuole il nesso. Due anni fa quando arrivai a Marsiglia in bicicletta Julie i accolse e mi ospitò in una casa di amici in campagna, a Gardanne, trenta chilometrid a Marsiglia. lei non mi poteva ospitare perchè abitava col fidanzato in una yurta. Dopo un anno e mezzo ricevetti una mail in cui mi diceva che...stavano per essere cacciati dalla yurta. Era la legge LOPPSI II che stava per essere approvata. Ora io abito in uno squat e in base a quella legge se un vicino di casa avvisa la polizia, in base a questa nuova legge, entro 48 ore possiamo essere sgomberati, più nessi (o fessi?9 di così? Un abbraccio pimpante ma non troppo, Angelo

parallelismi e complementarità tra Berlusconi e don Gelmini

è interessante notare le affinità tra il linguaggio di Berlusconi e di don Gelmini, "volevano piegarci ma non ci sono riusciti", dice Berlusconi a gennaio del 2011 per difendersi delle accuse di induzione alla prostituzione di minori o Rubygate, don Pierino Gelmini, primi di agosto 2007, diceva piò o meno le stesse parole per difendersi e confondere l'opinione pubblica nel momento in cuie ra accusato di molestie sessuali nei confronti di ragazzi delle sue comunità...A parte la coincidenza delle accuse (molestie o abusi sessuali), e a parte la coincidenza tra le parole che potrbbe sembrare innocuaagli occhi di chi non sa che, per esempio, un ragazzo che era stato nella comunità di don Gelmini (quel ragazzo è un mio amico) una volta mi disse che Berlusconi andava a chieder eogni tanto consiglia don Gelmini per il tipo di linguaggio da usare nei discorsi e nelle occasioni pubbliche...Il mio amico forse scherzava, forse no, ma a chi non sa potremmo dire anche altre cose che riguardano i rapporti tra Berlusconi e don Gelmini, rapporti non solo politici, ma anche economici ovviamente (ricordiamo i doni di milioni di euro che Berlusconi ha fatto a don Gelmini anche in diretta televisiva), ma sarebbe interessante cogliere i nessi psicoantropologici fino ad arrivare a percepire una dimensione parallela tra don Gelmini (il suo metodo, la sua figura) e Berlusconi (i suoi metodi, le sue figure), e arrivare a concepire un doppio binario: don Gelmini "controlla le anime, le coscienze", con una tendenza a far diventare il mondo un'immensa comunità per tossicodipendenti a cielo aperto, Berlusconi fa la stessa cosa ma a livello più..."visibile", anche se più potente a livello economico, infatti è un imprenditore, don Gelmini è un prete con un potere economico e politico smisurato pe r un prete ma anche per una persona laica forse, dietro la maschera delle comunità per tossicodipendenti, Berlusconi è più visibile, più sputtanato, paradossalmente, fanno un lavoro complementare, don Gelmini ha iniziato negli anni '60, Berlusconi pure, più o meno, o dopo anche perchè più giovane del primo, ma don Gelmini ha fatto il suo stesso percorso anche di frode e di accuse e di anni di carcere e poi per ripulirsi ha fondato le comunità, Berlusconi non è stato in carcere, anche perchè per evitare il carcere è "sceso in campo"....parallelismo e complementarismi meritevoli di opportune narrazioni...

lunedì 17 gennaio 2011

aspittati dumani, dumani, ogni jornu dumani

perchè non mi vuoi amare? saresti felice con meeeeeeee! perchè ti cerchi la felicità nella disperazione? tu ti circhi la disprazijoni, noooooooo....!!!!!

non è possibile? cosa ti manca, cosa non hai cos'è che insegui se già ce l'hai, se la tua strada finisse qui forse sarebbe meglio così, o pomì! o così o pomì! non ci credo che tu ti voglia fare così maleeeee, oppure....c'è qualcosa che non capisco, che non percepisco....io vorrei essere sicuro che tu non provi una beata minchia per me ma non ci riesco, non mi dai sicurezze!

Non mi interessa una minchia di stare con te, cioè mi interessa più capire perchè tu ti cerchi la disprazijoni che stare con te, è una condanna stare con te, cioè sarebbe una condanna stare con te, ma mi sembra così ineluttabile, io mi rimperei i coglioni a stare con te, ti odio, ma non potrei evitarlo, eppure vorrei evitarlo, e ce la sto facendo forse, comportandomi in un certo modo che a te sembra insistente, ma vorrei essere sicuro che tu...sei sicura, forse mi sbaglio, mi vorrei sbagliare, ma non ce la faccio, vabè, mi devo rassegnare, ma non mi rassegno, almeno per ora, vedremo domani, dumani dumani, cerca nel libro di Buttitta alla fine della poesia Nun mi lassari sulu, che finisce così, dumani dumani...aspittati dumani, dumani, ogni jornu, dumani...la poesia si chiama Si mori du voti, Si muore due volte, e chi non vuole non può trovare una minchia di dio di assonanza con la nostra storia...si muore due volte...ogni due anni?

venerdì 7 gennaio 2011

sembra che il nuovo anno abbia portato vento di rivolta nel mediterraneo....

In ALgeria e in Tunisia, il vento di rivolta non va via...

Sembra...sembra che...
che sembra?...C'é ombra...

A Parigi occupano un immoble vicino l'Eliseo, e non sono solo squatter di professione, ma studenti, lavoratori rimasti senza casa dopo uno sgombero di ottobre o novembre, in Tunisia la giornalista di Le monde non puo' entrare per documentare les emoutes, le sommosse iniziate tra la fine del 2010 e l'inizio del 2011, per il tentativo di suicidio di un giovane al quale i poliziotti avevano sequestrato la merce che vendeva per strada, sembra che lui sia laureato e già "ripiegato" a fare lavori "di strada"...

A Roma e in generale in Italia studenti e non solo infiammano gli animi e qualche strada e qualche cassonetto...

Sembre, che sembra? c'é un ombra....Oggi qui, domani li...

giovedì 6 gennaio 2011

pomeriggi a marsiglia con sandali in algeria

Cominciamo da qui: da un pomeriggio non bello ma neanche freddo, cioé il tempo era da un solo paio di pantaloni mezzo tempo, anche se io stamattina ero uscito e col pantalone unico pigliava aria e quindi sono rientrato e ho messo il doppio pantalone modello tuta nera da scena teatrale infatti ne avevo comparto due paia a Collegno al mercato del mercato del mercoledi' un po di mesi fa. A questo proposito volevo ringraziare Andrea S. caro amico anzi carissimo che a luglio dell'annos corso mi aveva regalato is uoi sandali da montagna, lo so che vi pare strano ma esistono i sandali di montagna, quelli con le ruote, o meglio, con i tacchi rialzati di gomma dura ca ci po varcari li muntagni, apputno, grazie Andrea se non avessi te sarei un uomo inutile e via citando quella cantante tipo Loredana Berté ma corregetemi perché sbaglio!

Allora oggi, dicevamo...

Pomeriggio da due pantaloni leggeri a Marsiglia. Volevo sottolineare che i sandali di Andrea mi hanno sostenuto in tutto il periodo algerino e in Algeria, a parte l'aspetto climatico temperato e il mare, c'é la Kabylia che é un po' come Enna e le madonie messe insieme, e io sono stato proprio li, in Kabylia, la maggior parte del tempo.

Ecco, ora mi rendo conto che raccontare pochi episodi del pomeriggio marsigliese era una scusa per racontare la Kabylia apartire dai sandali?

E come faccio adesso? continuo con la Kabylia o col pomeriggio marsigliese? sono stanco. Di scrivere, é tutta una fatica che non immaginate, si, é come un orgasmo scrivere, ma a quest'ora, dopo tutti questi passi pensieri che da oggi alle quattro del pomeriggio che sono per le strade di Marsiglia fino alle venti e trenta circa..

Riassumiamo: ci sono tre scene: una un paio di mesi fa davanti un supermercato di Marsiglia tra Notre dame du Mont e la plaine più o meno: un ragazzo chiede l'elemosina davanti il supermercato: escono due tipi, un sessantenne e uno più giovane. Il sessantenne dice subito al ragazzo che fa l'elemosina: "Ah no, c'est pas possible, tu est costaud, tu es plus jeune que moi, je suis a la retraite, tu peux aller travailler". Mi viene da ridere perché il tipo rompe uno schema francese: la politesse. E' più un tipo "milanese". E forse é più che milanese. Infatti si ferma a parlare col tipo, a scambiare quattro chiacchiere. Ieri ho raccontato questa scena a una mia amica di Lyon che abita a Marsiglia. E ha detto che é meglio di chi passa e non dice niente. Almeno c'é stato uno scambio. Anche un'altra sua maica diceva la stessa cosa. E anche io dicevo la stessa cosa.

Torniamo a oggi pomeriggio: poco dopo la mia uscita di casa alle 16h30 circa, mi aggiravo dalle parti del Cour Julien. Una delle anime storiche di Marsiglia. Oggi ricca di locali presque notturni e pomeridiani e comunque un bel posto, anche se rispetto a un po' di anni fa....Ma vediamo el immagini:

due poliziotti-pompieri (si definiscono pompieri ma habbillées come poliziotti) cercano di svegliare due tipi che dormono per terra sotto un muretto e vicino a una banchina. Uno dei due tipi é africano coi rasta. Dorme della bella e ogni tanto bestemmia a occhi chiusi per cacciare il poliziotto pompiere che cerca di svegliarlo per dirgli che non puo' dormire per terra al limite sulla banchina! Io chiedo delucidazione al pompiere lui mi risponde con la classica domanda di rimando: "Vous etez quoi?", "Un semplice citoyen", rispondo io. Dopo un po' mi allontano, é un'altra scena di vita di strada, comunque viva e vitalizzante, rispetto al silenzio e all'indifferenza. Tra le altre cose c'é un tipo che circola attorno ai poliziotti, forse amico dei due, e bestemmia con l'andatura barcollante. Il poliziotto gli dice ogni tanto di stare calmo. Scusate, il pompiere!

Terza scena e ultima del pomeriggio. Un'ora più tardi. Stessa spiaggia, cioé stessa piazza ma più verso Notre dame du mont. Due chitarristi di strada, tutti e due africani più a sud del deserto d'Algeria, canticchiano. Attorno al oro due tipi con una giacca a vento azzurra con scritto Mediation sociale. Uno dei due in giacca a vento é un loro conterraneo subsahariano, canticchiano insieme, poi i giaccaavventati se ne vanno sorridendo. Mi chiedo e e mi dico che solo in Francia, madre dell'assistenzialismo estremo, possono esistere tante figure assistenziali come quelle che ho visto nelle ultime ore. In più da qualche mese c'é la Police de la propreté, cioé la Polizia della pulizia. Mi avvicino per ascoltare gli accordi dei due chitarristi. Dopo un po si avvicna un poliziotto. Mi sembra strano che gli dica qualcosa. Stanno solo canticchiando. Magari li conosce e li vuole salutare, mi dico. Invece il poliziotto dice di smettere di suonare quasi toccando la chitarra, o comunque dice di cantare a bassa voce! Il chitarrista "toccato" reagisce, il poliziotto fa vedere la scritta "polizia" della sua divisa. Io chiedo al poliziotto come mai rompe i coglioni al chitarrista. Il poliziotto mi dice "Fa rumore, disturba", "Ma chi cazzo distruba?", chiedo io, alles ei del pomeriggio! In una piazza enorme. "Qualcuno che abita nelle case con le finestre sulla piazza si potrebbe disturbare"; Intanto arrivano altri poliziotti. Altri tre. Alla fine se ne vanno ma quello che aveva rotto i coglioni cerca di spiegare che dopo le sei del pomeriggio non va bene, il faut faire doucement. Io mi voglio morire. Dopo che i pulotti se ne vanno mi metto ad arpeggiare una delle due chitarre. Chiedo a uno dei due se é di Marsiglia. DIce di no e che é la prima volta che viene ed é arrivato poche ore fa. Poi mi dice che vive a Cannes e li verso la spiaggia cantano e suonano anche con le amplificazioni e non gli dicono niente. Poi loro due cominciano a canticchiare all'africana, cioé poche vocali e canto libero su accordi liberi. Dopo un po' dico che devo andare che ho un appuntamento. Mi dicono di continuare e loro cominciano a cantare sempre più forte ed é bello e sembriamo a San Francisco (perché cantano in inglese invantando sul momento). Alla fine canto anch'io e guardo in direzione dei poliziotti. Se tornano siamo nei guai? ma non tornano, sono lontani. Io dopo un po' me vado che ho un appuntamento. Buonanotte. Questo testo lo vorrei mettere anche sul mio blog sottotorchio.blogspot.com o cuntacunti.blogspot.com.

sabato 1 gennaio 2011

miseria che sa di arcano nel capodanno ad Algeri

non posso più sopportare questa miseria che sa di arcano. Questa nausea che mi accompagna, che mi bagna
questa miseria che dice tutto e non dice nulla
questa scomparsa di mare aperto
un vuoto dell'anima come il deserto?
e un pieno del cuore
un pieno opprimente, latente
un pieno non pienezza
un'assurdità vivente
una miseria sincopata
un colpo al cuore
di chi non muore

In questo niente al quale sopravviviamo
in questo niente che ci sopravvive
in questo niente fatto di cristallo e poesia
in questo niente che va via
di estremità e confidenze perse
emerse, riemerse

di questi silenzi precristiani
preumani?
di questi volti arcani