domenica 4 settembre 2011

tra Otranto e Londra criminalizziamo l'indolenza?

Otranto, 1° settembre 2011: un negoziante picchia un venditore ambulante! Una negoziante insulta un artista di strada, cosa c'è dietro tutto questo? A Otranto c'è un'aria di accoglienza e solidarietà per artisti di strada (non troppi ma presenti) e venditori ambulanti (non ce ne sono troppi, almeno a fine agosto, soprattutto se paragonati alle decine di negozi e negoziati che intasano le vie del centro storico). Ma a volte succedono cose....che lasciano trapelare crepe, mosche bianche o uno strisciante sentimento che pochi sfacciati e "violenti" si incaricano di esprimere?

Io, ingenuo e poetico, voglio credere che sia vera la prima ipotesi, quella delle mosche bianche. Perché ho incontrato persone aperte e gioviali e accoglienti verso l'arte di strada anche quella più estemporanea. Però la sera del 1° settembre un negoziante "palestrato" picchia un ragazzo argentino che vende artigianato in una piazzetta. Vorrei andare al sodo per evitare di impantanarmi in piccole e striminzite ipotesi. Mi aiuta nell'analisi un articolo di Vincenzo Ruggiero, professore di Sociologia Midd-lesex University di Londra. Sul giornale il manifesto, p. 15, sotto il titolo La criminalizzazione dell'indolenza, Vincenzo Ruggiero parte dai disordini di Londra di inizio agosto per fare un'analisi che riguarda la vita di strada e anche quella dell'arte di strada e anche, in questo caso, visto che ci siamo, di Otranto. A un certo punto dell'articolo Ruggiero cita Lefebvre, il quale dice che "le strade cittadine hanno sempre posseduto una funzione "informativa, simbolica e ludica". Allo stesso tempo, sono sempre state luoghi del disordine. Lo spazio urbano pubblico consente ai gruppi di costituirsi, prendere forma, apparire sulla scena e appropriarsi di luogo e tempo. "I graffiti, in questo senso, sono una risposta al 'consumo pilotato', mentre le strade, dice Lefebvre, sono diventate corridoi per la circolazione delle merci, spazi nei quali le persone sono tollerate soltanto se si limitano a passarsi accanto, a sfiorarsi, senza però mai interagire".

Come non pensare a Otranto e alle stradine strette in cui circolano merci e le persone sono tollerate solo se si limitano a passarsi accanto? Otranto come Siena, Firenze ecc. ecc.

Devo dire che a Otranto ho incontrato veramente persone molto accoglienti nei confronti della mia arte di strada e cioè ritratti estemporanei in movimento, cioè che non ho un posto fisso con cavalletto e cc. ma mi muovo e fermo la gente e propongo un ritratto. Ho incontrato donne e uomini che hanno riconosciuto il mio lavoro e addirittura commissionato ritratti su appuntamento, non mi era capitato in nessuna altra città, e il passaparola positivo è stata una cosa bellissima, nel giro di pochissimi giorni.

E l'aspetto inquietante? che una negoziante, dopo che ho fatto un ritratto a una ragazza davanti il suo negozio, mi dice che la ragazza mi ha pagato troppo il ritratto (5 euro! le avevo chiesto dieci euro), mi dice quasi che sono un ladro, lei, la negoziante, che sottopaga le sue dipendenti e vende prodotti comprati al di sotto del loro valore e magari prodotti di finto artigianato come diceva Marco, che si indignava per il fatto che sia vietata la vendita dei prodotti di artigianato magari veri, per strada o con bancarelle, mentre non è vietato vendere prodotti di merda di finto artigianato. Consideriamo che chi vende per strada spesso non sottopaga perché è da solo e magari li fa lui i prodotti e sono garantiti originali!

Rimandandovi alla lettura dell'articolo di Vincenzo Ruggiero bella sua completezza, vi auguro una buona settmbrata libera e bella, con malinconia preautunnale e yoyo mundi!

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