lunedì 27 giugno 2011

val di susa e non solo: cosa perdiamo? ma soprattutto: chi perde?

quando Emma Marcegaglia dice che se perdiamo i finanziamenti della TAV Torino Lyone perdiamo una possibilità e bla bla bla schifo e controschifo immondo che ci dovrebbe venire da dentro, ecco, bisognerebbe prendere alla lettera: perdiamo, cioè lei e i quattro capi dell'industria del cemento implicati nell'affaire Val di Susa, purtroppo è finito il tempo della durezza e siamo tutti incatenati e autocensurati, autocontrollati, perché altrimenti questa gente qui la pagherebbe cara, oltre a questo sfogo volevo abbozzare una critica di base: va bene tutto, la resistenza, i presidi ecc., ma, e qui parlo con cognizione di causa, queste resistenze devono uscire fuori, devono evitare la ghettizzazione o l'autoghettizzazione, l'insurrezione si deve diffondere, col rischio di diventare meno visibile e individuale, ma deve guadagnare in diffusione, in quotidianità, se no si rischia la deriva militaresca o militantesca o meglio ancora militontesca, fin quando le forse individuali resteranno incatenate io dubito fortemente che una resistenza e una azione collettiva sarà efficace e completa, animo

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