sabato 6 settembre 2008

comelavorofaccioritieroticointimi

Che lavoro faccio? Sostanzialmente questo: chiedo alla gente se vuole fare all’amore con me! Loro rispondono straniti, non gli sembra vero. Anch’io ci resto stranito se mi dicono di sì e poi mi pagano. L’ho imparato da un ragazzo che lo faceva e io non ci potevo credere che gli andasse bene, cioè che dicessero di sì e che poi lo pagassero anche. Allora ci provai anch’io e, piano piano, ho imparato. Comunque faccio tutto io, loro devono solo stare fermi, “bastano pochi minuti”, dico io. Eh sì, questo devo ammetterlo: sono veloce, e qui sta il mio segreto. Sì, loro sono più contenti perché, dicono, “abbiamo poco tempo”. Prima, all’inizio, ci mettevo più tempo, poi ho imparato a velocizzare e adesso gira meglio. All’inizio andavo nei posti e nei giorni dove c’era la gente giusta: li chiamano Festival. Ci sono in certe città, ogni anno, di solito d’estate ma anche in primavera e autunno (a volte la gente come me, in certi festival, è vestita in costume medievale: infatti anch’io ho comprato un piccolo costumino e la cosa mi piace perché è un po’ magica e un po’ romantica)

Qualcosa lo organizzano anche a ridosso del Natale; quindi, chi vuole, ci può campare con questa attività. Anche se devo dire che c’è una certa mafia, perché ci sono quelli come me, per esempio, cioè i cani sciolti, che non guardano al lucro, cioè ai finanziamenti previsti dall’Unione Europea, quindi non riescono a camparci tanto serenamente: altri invece che hanno gli agganci giusti, stanno dietro agli assessori ecc. e trovano le scorciatoie ecc. Ma io mi sent’bene così: duro e puro! Anzi, più puro che duro, che se fossi più duro cercherei anch’io i finanziamenti, o no?

Una volta una ragazza mi disse che si imbarazzava a guardarmi negli occhi. Infatti l’unica cosa che chiedo è questa: guardarmi negli occhi almeno per i primi minuti. Io le dissi, a questa ragazza, che “guardarsi negli occhi è come fare l’amore”, e lei rispose: “No, di più”.

Mi danno cinque o dieci euro ogni volta. Dieci euro per due o tre persone, anche se è capitato, ma si possono contare sulle dita di una mano, che mi abbiano dato venti euro: una volta a Bologna, due ragazzi albanesi di quelli di lunga permanenza; e una volta a Firenze, una giovane donna. E anche un’altra o altre due volte ma non ricordo bene dove e chi.

Dico “due o tre persone” perché mi sono specializzato anche per i gruppi. Lo faccio spesso alle coppie, ai trii, ai quartetti, e a volte anche a gruppi di cinque o sei persone. Anche ai bambini, benché qualcuno dice che ai bambini sarebbe meglio di no, è più delicato, difficile e cose del genere. Guadagno poco ma non ci pago le tasse. Do il frutto del mio lavoro sotto forma di carta macchiata. In quelle macchie ci sono però tracce che ricordano e ripropongono linee del volto e in parte del corpo di chi partecipa con me a questo rito eroticointimo.

1 commento:

Giusy ha detto...

“guardarsi negli occhi è come fare l’amore"

ah ecco perchè di te mi ricordo solo la sensazione di occhi negli occhi(perchè mi ricordo solo che erano castani e intensi ma se dovessi disegnarli non saprei come fare)-no,è che pochi giorni fa ho sentito una canzone di de gregori che cominciava con:ecco stanotte mi piace così,con queste stelle appiccicate...
e questa canzone mi ha fatto pensare a "quello lì del ritratto" chissà dov'è..poi ho scoperto che la canzone di chiamava due zingari di de gregori