giovedì 27 dicembre 2007

era di inverno, quasi natali

Era di inverno, quasi natali. Armando non se l'aspettava, ma ci capito'. Un suo amico lo invito' al suo matrimonio. E lui ci ando', o meglio, si organizzo' per andarci, abitava a mille e cinquecento chiolometri, ma si invento' un po' di motivi, alcuni buoni, altri meno, comunque tutti buoni, alcuni piu' concreti, altri meno, comunque tutti concreti. Uno spettacolo da fare li' vicino (che poi diventarono due anzi tre), qualche dente da aggiustare, e la frittata era fatta. Cioe', iddu lo sapeva, lui lo sapeva che sarebbe stata una catastrofe, e' che non sapeva quando e come sarebbe deflagrata la bomba.

"nella palude o si affonda o si scappa", si andava dicendo, mentre meditava di partire, poi part', e si impaludo' Veramente quando arrivo' nella palude , cioe' c'e' la grande palude, e la piccola, lui arrivo' in quella grande, dove c'erano un po' di sole dove sapeva che poteva appoggiarsi per non affondare. I primi giorni si appoggio' e non affondo'. Dopo ando' nella piccola palude dove isole ce n'erano poche, anzi niente, e li' per non affondare doveva stare molto attento, aggrapparsi, stare in apnea per qualche minuto, legarsi con le corde...

Si organizzo' in modo da attaccarsi aggrapparsi e resistere un po' di tempo senza respirare con la testa sotto la melma.

MA chi me lo fa fare?
Chi me lo fa sostenere sto peso? Si andava chiedendo, pensando con timore quasi panico all'orgia, o meglio, alle botte che avrebbe dovuto ricevere e da cui si sarebbe dovuto difendere in quei giorni, soprattutto il giorno del matrimonio del suo amico coccodrillo. Anche lui, Giaguaro, era un coccodrillo, e ricordava da bambino che giocavano insieme con Lampo, il suo amico Coccodrillo che ora si andava a sposare. Dopo tanti anni, ognuno si era fatta la sua vita di coccodrillo di citta', scacciati dalla palude, dagli stagni nativi, stavano bene, pero' ogni volta che tornavano col corpo o col pensiero alla palude nativa si impaludavano non poco, Giaguaro era riuscito per un po' di mesi a non tornarci e stava bene, voleva tornarci, ma alla palude grande, dove c'erano molte isole, ma un po' il dentista, un po' un sentimento confuso e felice, colgione e cornice, lo facevano infognare nella palude piccola (pensava di avere ancora radici)

Uno dei primi giorni che torno' alla palude piccola, quella senza isole, stava gia' pensando a come fare per riuscire a resistere senza ffondare, che senti' una voce di uno che lo chiamava.

U pirzisiddu u pirzisiddu, si disse lui, pensando a quel suo amico e al giornale che avevvano fatto insieme ada ltri impaludati tanti anni prima, in copertina c'era disegnato un coccodrillo che dormiva sotto un albero e aspettava che gli cadesse in bocca la bifara, cioe' qualcosa da mangiare. Il nome di quel giornale,che indicava l'abitante tipo di quella piccola palude dimenticata (felicita' abbandonata, come aveva detto un altro impaludato tempo prima), lo aveva suggerito un coccodrillo che era andato ad abitare lontano dalla palude, in una citta' del nord, e raccontava che una volta aveva visto un pirzisiddu ed era scappato per pazzo dicendo a se stesso: "U pirzisiddu u pirzisiddu!", come fosse da evitare come la peste.

Giaguaro, il nostro coccodrillo sognatore, non aveva capito ancora quanto pericoloso fosse girare a piedi per le strade della palude piccola e nativa: c'e' un 'aria pesante, strana, negativa, diceva qualcuno. Lui, Giaguaro, fino a un certo punto ci aveva visto qualcosa di misterioso, fantastico, poetico, ma ora faceva fatica a ritrovare quella poesia: miseria e palude, deserto, felicita' abbandonata, negativita', desolazione, rabbia repressa, sotterfugi, bulluna arrugginiti, telefoni scallati, anzi, scancarinati, ecco che ci vedeva. Pero', tutto sommato, qualcosa ce la vedeva ancora, se non non si fosse fatto vedere in giro cos¡ tranquillamente. L'ultima volta che era stato nella palude piccola e nativa (hanno fatto un deserto e lo hanno chiamato luogo nativo) aveva non visto, ma sentito per telefono un pirzisiddu che gli aveva lanciato la lama, lui si era scostato ed era riuscito a evitarla, e quella si era conficcata nelle parete di pietra antica di una casa l' vicino.

Sta volta, non ce la fece a evitarla, sta volta lo colsero di sorpresa, da dietro, o qualcosa del genere, fatto sta che lo videro, lo puntarono e gli buttarono la lama. Lui non la vidi ne' la senti', ma quando la vide gettata per terra la prese e si brucio', ma cosi' forte che...

(Continua)

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